Cavani e Napoli nella storia, sfatato il tabù Coppa Italia

E finalmente tornò il Napoli! Si, perchè dopo le ultime e poco brillanti uscite stavamo dimenticando quale fosse il reale potenziale di questa squadra, che si è manifestato di nuovo ieri sera ed ha consentito di batter l’Intere, entrando così in semifinale di Tim Cup, qualcosa che non succedeva da circa 15 anni.

E’ stata una partita vibrante, nessuno ci stava a perdere ma, per fortuna, la grinta del Napoli ha prevalso sulla maggiore caratura tecnica dei nerazzurri. Mazzarri si è affidato a Lavezzi in attacco e confermato l’intero blocco difensivo, mentre Ranieri ha optato per la soluzione Sneijder, al fianco dell’unica punta Milito.

Il Napoli ha iniziato molto bene, prendendo il mano le redini del gioco e schiacciando l’Inter nella propria metà campo. Ne è venuto fuori, però, un predominio territoriale abbastanza sterile.  L’arrocco nerazzurro non concedeva spazi di manovra: Hamsik chiamato ad un lavoro che somigliava molto più a quello di una mezz’ala, Lavezzi si procurava falli ma giocava troppo lontano dalla zona calda per costituire un pericolo vero, e pertanto il Cavani solitario, isolato e mai pericoloso, del primo tempo, non può che essere una diretta conseguenza, così come non lo è il fatto che le azioni più importanti del Napoli portano la firme delle “seconde linee”. Di Maggio (gran parata di Castellazzi), di Gargano (punizione dal limite di poco fuori) e di Aronica (tiro molle tra le braccia del portiere) le azioni più pericolose che avrebbero meritato miglior sorte; un gol di vantaggio per il Napoli, all’intervallo, ci stava tutto, di fronte ad un’irriconoscibile Inter mai pericola, votata alla difensiva e fattasi notare solo per il nervosismo di Sneijder, autore di un fallo assassino su Gargano, che avrebbe dovuto essere sanzionato con un rosso diretto.

Nella ripresa la musica cambia, su entrambi i fronti. Nell’Inter entra Alvarez al posto di uno spento Obi, ma passano solo cinque minuti della ripresa ed il Napoli passa: Cavani è caparbio nel recuperare un pallone perso da Thiago Motta, ed entrato in aerea viene agganciato dallo stesso italo-brasiliano: nessun dubbio, è rigore. Cavani si assume la responsabilità del tiro a pochi giorni dall’errore si Siena: la rincorsa è la stessa, il risultato, per fortuna, no. Con un rasoterra potente e centrale l’uruguaiano porta in vantaggio il Napoli e sigla il suo cinquantesimo gol in maglia azzurra. E’ festa grande al San Paolo, ma la partita è ancora lunga.
Si attenda le reazione dell’Inter che non si fa, di certo, attendere. Ben altra squadra, quella nerazzurra, nella ripresa. Alvarez apporta linfa vitale alla manovra d’attacco e Sneijder è tutt’altra cosa rispetto al giocatore visto nel primo tempo.
L’Inter prende il sopravvento ed il Napoli non riesec a venire fuori dalla pressione esercitta dagli avversari. Lavezzi è stanco, Inler e Gargano fanno quello che possono per difendere il fortino azzurro che sembra cadere quando, su lancio di Thiago Motta, Milito viene strattonato in area da Maggio. Sarebbe rigore, ma non per l’arbitro che lascia proseguire.

Mazzarri inserisce Pandev al posto di Lavezzi, per garantire una maggiore freschezza in attacco mentre l’Inter continua nella sua opera di conquista del pareggio. Ci provano, Sneijder su punizione ma De Sanctis è attento, e Ricky Alvarez, bravo ad incunearsi tra le maglie azzurre, ma niente di fatto. Pandev e Cavani s’intendono a meraviglia e finalmente il Napoli può mettere in atto qualche ripartenza che consente alla difesa azzurra di respirare. Entra Zarate e l’Inter tenta il tutto per tutto, inserendo quattro attaccanti  più la spinta di Maicon, offrendo però il fianco al Napoli che potrebbe raddoppiare se Gargano, bravo a sfruttare un errore difensivo, non sbagliasse il controllo decisivo davanti a Castellazzi. Poteva essere il gol della tranquillità ma pochi minuti dopo il Napoli, ed il San Paolo tutto, trema per davvero quando Zarate tira a botta sicura e solo un miracolo d’istinto di De Sanctis salva risultato e qualificazione. Entra Dzemaili, al posto di Inler. Niente di esaltante la prova dello svizzero, ma sicuramente un gradino più in altro, rispetto al Bologna ed a Siena.
Con l’Inter stanca e votata interamente all’attacco ed il Napoli ha campo aperto per volare in contropiede. Infatti, dopo una gran parata di Castellazzi su bordata dal limite di Dzemaili, il Napoli raddoppia: Aronica esce palla al piede dalla sua area, pallone che poi giunge a Cavani. L’uruguaiano s’inventa un fantastico slalom tra le maglia nerazzurre, concluso con un facile tocco a porta vuota, dopo aver fatto fuori anche Castellazzi. Doppietta per Cavani, serata storica per lui ed il Napoli, in semifinale dopo un’eternità. L’arbitro fischia la fine ed è tripudio, ed era anche ora.

Il tabellone adesso dice Siena, per una semifinale inedita e sicuramente la migliore che potesse offrire il torneo. Occhio però a non sottovalutare i ragazzi di Sannino: anche il Siena ha riscritto la sua storia e non sarà certo loro intenzione fermarsi davanti al Napoli che, solo pochi giorni fa, ha messo in seria difficoltà.
Mai vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso” recita il proverbio ed il Napoli farebbe bene a fare tesoro di tanta saggezza anche in vista del campionato, dove ci attende una delicata trasferta a Marassi, contro un Genoa desideroso di vendicare il cappotto pre-natalizio subito a Napoli. 

ANTONIO SALVATI 

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