A.A.A. Cercasi Manolo Gabbiadini disperatamente

“Gabbiadini deve essere importante come lo è Zaza nella Juve”.

Una dichiarazione di qualche giorno fa di Sandro Sabatini risuona forte come una campana che non puoi più far finta di non sentire.

Senza troppi giri di parole non si può essere contenti della stagione del ventiquattrenne bergamasco, mai decisivo nei – pochi – momenti da protagonista offerti da Sarri.

Difficile delineare i confini delle colpe e sul dove comincino quelle del tecnico e della sua gestione e dove quelle dei limiti, soprattutto di personalità e carattere, dell’attaccante.

Perché poi l’analisi non può sfuggire dal dilemma che accompagna da sempre la carriera di questo ragazzo: “Qual è il suo ruolo naturale?”.

L’aggettivo “duttile” nel calcio moderno rischia di trasformarsi troppo facilmente in enigma dalla risposta insoluta: lui e il suo procuratore hanno sempre asserito che la collocazione tattica ideale fosse quella della prima punta, anche per giocarsi la carta Euro 2016 con più facilità per mancanza di concorrenza. Difficile però trovare spazio quando hai dinanzi a te un Higuain nel suo anno di grazia. Ancora più difficile quando in quei pochissimi minuti a tua disposizione dai l’impressione di giocare sulle uova, con le paure che sovrastano le capacità e un atteggiamento spaesato da Alice nel Paese delle Meraviglie: è proprio in quei casi che quindi si rifugia nel suo sinistro, un Bianconiglio che non sempre può guidarlo verso la gloria come a Frosinone.

La bomba di sinistro come se non ci fosse altro, come se un giocatore non dovesse dimostrare di avere altri colpi in canna e una fame agonistica che rappresenti una risposta al proprio tecnico: “Non mi fai giocare titolare? Ecco, ti dimostro che stai sbagliando tutto“.

Anche perché farlo giocare come esterno destro d’attacco, al posto di Callejon, uno che corre e soprattutto dà l’anima anche in fase difensiva, al momento pare una scelta innaturale e fuori logica, come sta dimostrando la stessa volontà di Maurizio Sarri che ieri ha preferito osare un 4-2-4 pur di dargli un’ennesima chance.

E allora sembra non abbia un senso compiuto la scelta di non cedere questo ragazzo per 25 milioni preferendogli un bomber di esperienza capace, come Zaza nella Juventus, di rendere al massimo anche in quei pochissimi minuti concessigli. Gabbiadini ha bisogno di sicurezza, qui non si discute il talento, ma l’aspetto psicologico incide pesantemente sul rendimento: sicurezza che in questo Napoli non può trovare, per forza di cose, ma anche per la mancanza di quel qualcosa in più che avrebbe dovuto dare.

Il suo talento, andando avanti di questo passo, rischia di glissarsi tra l’evanescenza di un colpo da genio e un’occasione sprecata.

Il Napoli e Manolo non possono permetterselo.

Antonio Manzo

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