Valdifiori veste i panni del maestro d’orchestra, impressionanti alcuni dati che lo riguardano

Vittoria importante quella colta dal Napoli nella seconda giornata di Europa League, i ragazzi di Sarri battono in trasferta il Legia Varsavia per 2-0 offrendo una prestazione davvero convincente. Tantissime azioni da gol, due reti di pregevolissima fattura, quasi mai impensierito Gabriel se non da qualche calcio piazzato o da qualche sporadica ripartenza. In chiaroscuro invece la prestazione dei centrocampisti: le mezzali Allan e David Lopez hanno fornito un’ottima prova in fase di recupero palla ma sono stati troppo imprecisi quando chiamati ad impostare o a calciare in porta (clamorose le palle gol divorate dall’ex Udinese sul punteggio di 0-1). Non male invece la prestazione di Mirko Valdifiori.

L’ex Empoli era sotto i riflettori, da lui ci si attendeva una risposta importante dopo le prestazioni non troppo convincenti di questo inizio di campionato. E la risposta c’è stata, soprattutto nella ripresa. Sì perché nel primo tempo il regista, forse sotto pressione per l’occasione da non sprecare, ha affrettato molte giocate palesando una grossa imprecisione nonostante l’enorme spazio che i dirimpettai polacchi gli concedevano nel cuore della mediana. Di ritorno dall’intervallo il ragazzo è cresciuto sotto tutti i punti di vista: fisicamente, mentalmente e soprattutto nella prestazione. Al termine del match le palle giocate da Valdifiori sono addirittura 119 con 102 passaggi effettuati, un abisso rispetto agli altri elementi della squadra se si pensa che il secondo in questa particolare classifica è stato David Lopez che ha giocato 77 palloni ed effettuato 67 passaggi (rispettivamente 42 palloni giocati in meno e 35 passaggi in meno effettuati) . La grande mole di sfere toccate dimostra come Valdifori sia stato il fulcro della partita e di come sia stato sempre ricercato dai compagni. Alla fine la precisione nei traccianti verso chi gli giocava intorno è dell’80,4%, un dato indebolito dal primo tempo non all’altezza.

Ma relegare la grande prestazione del regista arrivato da Empoli solo ai passaggi eseguiti non sarebbe affatto giusto. Prezioso dal punto di vista tattico quando dopo la rete del vantaggio di Mertens, il Legia ha esercitato una certa pressione nella metà campo azzurra intercettando 2 palloni (secondo, insieme ad altri 4 compagni, al solo Koulibaly che ne ha intercettati 4), energico nel vincere 3 contrasti nel mezzo della mediana (non proprio la sua specialità). Non va sottovalutata anche la sua abilità nel battere punizioni e calci d’angolo, quando sul punto di battuta c’è Valdifiori la sensazione è che possa nascere sempre qualcosa di pericoloso da un momento all’altro. Non va dimenticato infine che la rete che ha sbloccato la gara è partita da un suo lancio verso Callejon, che ha poi servito l’assist per il colpo di testa vincente di Dries Mertens. In altre 2 occasioni ha poi praticamente messo in porta Gabbiadini e lo stesso Callejon con 2 lanci lunghi, gli avanti partenopei però non sono riusciti a controllare la sfera, ma le giocate di gran classe del regista restano. Quello che adesso diventa fondamentale è trovare continuità di prestazioni, soprattutto dal punto di vista qualitativo. Al momento il titolare del ruolo pare essere Jorginho, ma con tre competizioni da giocare anche Valdifiori può ritagliarsi un ruolo da protagonista. Sarri intanto può essere contento: con la crescita di chi fino ad ora non ha fatto benissimo aumenta la competitività all’interno della rosa, e con una maggiore competizione anche il valore della rosa è destinato a crescere.

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Pasquale Giacometti

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