La nuova vita di Shevchenko non piace agli ucraini: “E’ un traditore perché…”

Lo avevamo lasciato quasi in lacrime, la sera del 19 giugno, a Donetsk. Il suo passo d’addio coincideva con l’addio della sua nazionale, l’Ucraina, all’Europeo. Ciononostante, la gente lo amava e acclamava: il secondo Shevchenko più famoso del Paese, il primo, Taras, padre della Patria letteraria, il secondo, Andriy, patria della Patria pallonara. Ma il successo ha elementi di caducità. O forse, come diceva Winston Churchill, il successo consiste nell’abilità di passare da un insuccesso a un altro senza perdere l’entusiasmo. 

Dopo la doppietta alla Svezia, presero d’assalto la sua Porsche, tamponata da un Suv poco rispettoso, per inondarlo di elogi; ora i concittadini, evidentemente ingenerosi, hanno preso d’assalto i siti per vomitargli addosso insulti variamente assortiti. Si va dal “traditore” al “venduto”. Colpa della politica al servizio della quale l’ex milanista (deve essere un virus che gira dalle parti di Milanello: lo ha contratto tempo fa anche Weah, con scarso successo) ha deciso di mettersi. Ha fondato un movimento (Avanti Ucraina) e attingendo ai risparmi di una vita ha investito dieci milioni di hryvnias (centomila euro) nella campagna elettorale in vista delle elezioni che si svolgeranno a ottobre. 

Ma una parte di quel popolo che lo adorava, per la precisione la parte che fa capo a Yulia Timoshenko, lo accusa di amoreggiare con il partito al potere, di essere al servizio, più che del Paese, del partito che comanda nel Paese. Povero Andriy: la politica toglie quel che il calcio dà. Così dando ragione a Flaiano per il quale esistevano tanti modi di arrivare, il più semplice, però, era evitare di partire.

fonte: Corriere dello Sport

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