Una squadra ai raggi x: ecco chi c’era in campo a Novara

Forse c’era da aspettarselo, come sovente è accaduto in questa prima parte delle stagione, che il Napoli avrebbe sbagliato approccio alla partita, dopo aver ottenuto un prestigioso risultato in ambito europeo. Ma non è così che dovrebbe essere, dato che la fame di vittorie e la voglia di superare l’avversario dovrebbe essere identica qualsiasi sia l’avversario da fronteggiare, che si chiami Villareal, Manchetser City o Novara. 
La prestazione offerta dagli azzurri ieri sera al Piola è stata piuttosto scialba sebbene di fronte avesse una squadra, il Novara, che non ha esercitato dei ritmi insostenibili e nemmeno messo in difficoltà il Napoli più di tanto se non in qualche sporadica circostanza. 
Ma in un campionato equilibrato, e tutto sommato abbastanza mediocre, come quello di quest’anno, si può soffrire anche con squadre come il Novara, così come già avvenuto precedentemente. Oltre ad evidenti carenze di personalità palesate già da qualche tempo, il Napoli di oggi risente in maniera tremenda di una carenza di organico che non consente ad uomini fondamentali, per il massimo rendimento della squadra, di riposare per poter rendere al meglio.
E’ ovvio che il primo riferimento di questo preambolo è Cavani. E’ fisicamente stanco e c’è da comprenderlo: il ragazzo gioca più o meno ininterrottamente da circa due anni, tra campionato, coppe, Mondiali e Copa America e come se non bastasse , gli infortuni, prima quello al ginocchio in Luglio (in occasione della Copa America) da cui si è dovuto ristabilire in maniera piuttosto frettolosa, poi quello alla caviglia patito a Bergamo di cui ancora porta gli strascichi, hanno diminuito il rendimento dell’uruguagio in maniera drastica. 
Non è colpa sua, sia chiaro, ma il danno risulta ancora più evidente quando Cavani è costretto a giocare anche quando non dovrebbe, in mancanza di alternative valide da mandare in campo al suo posto.  O meglio, le alternative ci sarebbero anche: il rinnovo di Lucarelli rimane ad oggi un mistero irrisolto.
Altro uomo cardine che in questo periodo non sta rendendo così come ci si aspettava è sicuramente Inler. Anche qui parliamo di un calciatore condizionato da un infortunio e che ne limita le prestazioni in campo. Anche a Villareal, ad esempio, prima del gol, è stato il peggiore degli azzurri, ma essendo un signor giocatore, ha estratto il classico coniglio dal cilindro ed ha siglato il gol qualificazione, suggellata poi da Hamsik.
Ma l’Inler di inizio stagione, ed in generale il calciatore che è stato apprezzato ad Udine, tanto da sborsare circa 18 milioni per poterselo assicurare, è attualmente una chimera, anche se ieri dopo il suo ingresso in campo, la squadra ha ritrovato un assetto decisamente più stabile. Il problema vero, però, è chi va in campo al suo posto. Così come per Cavani, anche per Inler le alternative non rispondono alle aspettative: Dzemaili, vero che ieri ha siglato il suo secondo gol consecutivo e stavolta abbastanza importante, ma il rendimento complessivo non sembra soddisfacente; lo stesso Hamsik, relegato al ruolo di regista, è apparso ininfluente ai fini della manovra degli azzurri, incapaci di rendersi pericolosi se non nel finale, quando lo slovacco è stato liberato dai compiti d’impostazione, dopo l’ingresso di Inler.
Anche Dossena, ieri sera, non è stato affatto brillante. Si è notata, infatti, una differenza di rendimento tra il primo ed il secondo tempo alquanto preoccupante: nella ripresa, qualsiasi cosa facesse, da un semplice passaggio od un cross, risultava grossolanamente sbagliato. Non è in forma e si vede, e si spera, pertanto, che anche in questo caso la società prenda provvedimenti, acquistando un terzino sinistro di ruolo che possa garantire a Dossena una pausa per poter recuperare anche perché, Zuniga, per quanto possa essere migliorato in questi anni, rimane un terzino destro ed il suo impiego a sinistra non può essere considerato se non come espediente.

Ultima considerazione è per Mazzarri; quello visto ieri sera era un Mazzarri stanco, spento, abulico. E’ chiaro che soffre, più dei calciatori, della pressione nelle partite importanti. Lo si nota nei comportamenti in campo, nelle interviste prima delle partite, ed anche in quelle successive. La storia dell’espulsione “pilotata” di Villareal ne è stato un chiaro esempio.  Una storia, non solo ridicola, ma che mette in risalto la sua voglia di rendersi una “primadonna” così come insegna Mourinho. Ma Mazzarri non è Mourinho. Il portoghese con i suoi modi di fare e di dire, si è costruito una fama arricchita anche di vittorie importanti, il livornese, invece, con gli stessi toni consoni al Mister di Setubal rischia solo magre figure e suscita antipatie nell’ambiente che possono avere anche delle ripercussioni sulla squadra. Che qualcuno lo informi…

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