L’area di Largo Maradona, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, è rimasta chiusa per protesta. Non per ordine delle autorità, ma per decisione della famiglia che da anni custodisce uno dei luoghi più amati dai turisti e dai napoletani. Il motivo è burocratico: mancano i permessi per poter lavorare in regola in quello che, grazie alla passione e al lavoro di una famiglia, è diventato un simbolo vivente di Napoli.
Il cuore dei Quartieri Spagnoli si ferma
Chiunque sia stato a Napoli conosce Largo Maradona: il vicolo delle sciarpe, dei cori e delle bandiere, dove ogni giorno passano migliaia di visitatori per scattare una foto sotto il volto del “Diez”. Da oggi, però, il celebre murales resta chiuso.
“L’area di Largo Maradona, in quanto proprietà privata, è stata chiusa per nostro volere e non da autorità o altri enti. Purtroppo, le istituzioni non ci hanno ancora dato la possibilità di ottenere un permesso che ci consenta di operare regolarmente tutto il giorno.”

Una chiusura simbolica, ma pesante, perché dietro quel muro c’è una comunità che vive di lavoro e accoglienza.
Un simbolo di Napoli e del turismo popolare
Il murales di Maradona non è solo un punto di ritrovo per i tifosi, è una tappa fissa del turismo cittadino. Ogni settimana arrivano gruppi da tutto il mondo, attratti dall’atmosfera autentica dei Quartieri e dal legame profondo tra Napoli e il suo idolo.
“Paghiamo le tasse, siamo iscritti a INPS e Camera di Commercio, la nostra merce è tutta fatturata, i nostri dipendenti sono assunti regolarmente.”
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Un messaggio chiaro: non è una battaglia contro le regole, ma una richiesta di regolarità e rispetto. La famiglia spiega di possedere una licenza itinerante, che non consente di operare stabilmente nello stesso luogo, nonostante la realtà del Largo sia ormai un punto fermo del tessuto urbano.
Un appello che va oltre la burocrazia
“Se chiudiamo noi, non si ferma solo la nostra famiglia, ma si spegne un intero quartiere.”
Largo Maradona è più di un mercato o un murales: è un racconto quotidiano di Napoli, un punto d’incontro tra devozione e identità. La speranza è che l’appello trovi ascolto, perché tra le luci e i colori dei vicoli si gioca anche la partita più importante: quella tra burocrazia e umanità.





