Nella valigia per Londra paura e insofferenza, ma c’è un dettaglio che fa ancora incrociare le dita

La valigia è preparata in fretta: dentro ci vanno tutte le cianfrusaglie, poste in modo disordinato, senza la cura e la premura di un viaggiatore abituale. C’è da mettere dentro in fretta, rapidamente, noncurante di soffermarsi su cosa – effettivamente – ci vada in quella valigia. Perché a soffermarsi attentamente sul bagaglio a mano che il Napoli porterà con sé a Londra, si alimenterebbero solo dubbi e maldicenze.

Tutte motivate, dai soli 12 punti nelle ultime 9 partite e da due brutte figure messe in sequenza: sconfitta con l’Empoli, pareggio con il Genoa. E di conseguenza una Juve che vola a più venti e che può vincere l’ottavo scudetto di fila la prossima settimana.

Tutto evidenzia l’insofferenza del Napoli nei confronti di un campionato chiuso da secoli. Ma c’è solo un problema di stimoli (pur grave) o c’è anche altro nascosto nel sottobosco dei risultati negativi? Chissà. È la paura più grande, quella che il Napoli non abbia solo esaurito le motivazioni, ma ci sia un mondo dietro le debacle. Oltre ad un’intensa sensazione di fallimento che aleggia intorno alla squadra. E che inevitabilmente finisce nel bagaglio per Londra, con l’insofferenza e quella sensazione da ultima spiaggia.

Un sentimento troppo negativo per una sfida da così alto respiro. Ma una sensazione che il Napoli ha costruito su di sé e intorno a sé con le proprie mani. Ora c’è da impacchettare al più presto senza neppure guardare al contenuto di quella valigia.

Ma in un angolo, nascosto, sepolto sotto le preoccupazioni, c’è un aspetto positivo. Un precedente che fa ben sperare i tifosi, quel girone di Champions affrontato, tra Liverpool e PSG, con il piglio dei più grandi. Serve quel Napoli, lo sanno tutti. Serve un lontano parente che da queste parti non si vede più, ma che ora potrebbe davvero far molto comodo.

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