Antonella Leardi: “Non mi fermerò, continuerò a parlare di Ciro. Ecco perché gli striscioni di Roma mi hanno ferito…”

Una mattinata amara, triste, irrispettosa. I sentimenti che coinvolgono Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito sono molteplici e tutti negativi. Dopo il vergognoso spettacolo dell’Olimpico in occasione della gara di ieri tra Roma e Napoli, la donna prova ancora un forte dolore per le accuse mosse dalla Curva giallorossa. Tre gli striscioni esposti, tutti discutibilissimi (LEGGI QUI): la Questura di Roma ha già avviato le indagini per scoprirne gli autori, in una scia di odio e violenza che non intende fermarsi. E’ proprio Antonella a parlare sulle colonne de Il Mattino di oggi, soffermandosi su alcuni aspetti fondamentali per chiarire l’accaduto. Ecco quanto raccolto ed evidenziato da SpazioNapoli.

“Gli striscioni di Roma mi hanno fortemente ferito e sono ingiusti, non sanno tante cose. Ripeto: il ricavato delle vendite del libro sarà devoluto alle iniziative dell’Associazione Ciro Vive, che opera a favore dei minori bisognosi, per quei bambini che non hanno più un sorriso perché vivono situazioni di disagio. Prima di Natale siamo stati al Policlinico Gemelli di Roma dove abbiamo portato macchinari, giocattoli, elettrodomestici per i bimbi ricoverati. Poi all’Epifania dalle suore della Fondazione Ursi a Forcella, al reparto di Ematologia e Oncologia pediatrica dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore con l’associazione La Rondinella e, lunedì scorso, dai bimbi malati di cancro del Pausilipon insieme all’associazione Saverio Silvio Vignati”.

“Gli striscioni all’Olimpico mi hanno ferita e turbata soprattutto perché penso che a noi non hanno mai dato l’autorizzazione per affiggere quello con la scritta «Ciro per sempre» pur avendolo chiesto secondo la prassi. Non mi risparmio per nessuno. Andrò sempre in giro a parlare, soprattutto ai giovani, di pace e di non violenza. Questo è il mio unico scopo perché vi sono migliaia di ragazzi che vanno allo stadio a vedere la propria squadra del cuore e che vogliono un calcio non violento, pulito e sportivo. Ecco perché sento che la mia sia una missione: portare loro il mio messaggio. Sono circondata da tante persone che hanno sposato questa causa, a dispetto di tutti coloro che al contrario non vogliono la pace. Per fortuna questi ultimi sono una minoranza”.

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