“Rapporto con Sarri non era bello”: lo sfogo del pupillo di Conte

A distanza di anni arriva lo sfogo del pupillo di Antonio Conte: l’ex attaccante del Napoli spiega cosa non funzionava con Maurizio Sarri

Non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo calciatore che racconta un rapporto con Maurizio Sarri logoro, malato sin dall’inizio. Nel corso della carriera, il tecnico toscano ha avuto diversi calciatori. C’è chi l’ha amato, chi invece non è mai riuscito a instaurare una relazione giocatore-allenatore sana.

Tra questi figura persino il gioiellino e pupillo di Antonio Conte, ex Juventus e Napoli, nonché uno degli “operai” di quella Nazionale ad EURO 2016, capitanata proprio da ct pugliese in Francia. Stiamo parlando di Emanuele Giaccherini, jolly offensivo della squadra azzurra di Sarri, a cavallo tra il 2016 e il 2018.

Giaccherini si sfoga: “A Sarri ho dato troppo”

Nel corso di un’intervista a Doppio Passo, Emanuele Giaccherini torna indietro nel tempo, fino alle stagioni trascorse a Napoli, con mister Sarri a guidare quella squadra. L’ex attaccante della Nazionale fu acquistato dal Bologna nell’estate del 2016. Era un ottimo jolly, ma con il Napoli ebbe poco spazio. La colpa? Tutta di Sarri:

Emanuele Giaccherini
Emanuele Giaccherini, ex attaccante del Napoli (Screenshot Twitch)

“Il rapporto con Sarri non era bello. Io con lui facevo fatica a parlare. Non ero quel tipo di giocatore che chiedeva spiegazioni, non mi sono mai lamentato. Magari lo mandavo anche a quel paese qualche volta, ma non ho mai chiesto spiegazioni quando sono andato via. Non ci parlavo. Non era un rapporto ottimo. Da me ha avuto anche troppo per quello che mi ha dato. Mi sono comportato da professionista fino alla fine e potevo anche non farlo sotto alcuni punti di vista. Per come lui mi impiegava e per come venivo gestito potevo fare anche meno. Invece ho fatto tutto fino alla fine. E questo è stato riconosciuto da parte dei tifosi del Napoli, sono stati con me tante volte”

Giaccherini e il difficile addio a NapolI: De Laurentiis non voleva venderlo

Dopo appena una stagione, con poche presenze e tutte da subentrante, Giaccherinho chiese subito di andare via. Ma non era semplice. Infatti, Aurelio De Laurentiis non voleva cederlo, perché era da esempio per il resto della squadra.

Giaccherini si lamenta
Emanuele Giaccherini con la maglia del Napoli (LaPresse) SpazioNapoli

Giaccherini racconta anche com’era il suo rapporto con il presidente azzurro:

Aurelio De Laurentiis aveva grande rispetto e stima di me, nonostante io giocassi poco. Mister Sarri cambiava poco. Non ho avuto l’opportunità per poter dare il mio contributo. Il presidente ha sempre avuto stima e apprezzamento per il giocatore e il professionista che ero, soprattutto dal punto di vista umano. Mi ha sempre portato come esempio. E per andare via da Napoli è stato complicato, perché De Laurentiis non voleva mandarmi via. Perché io stavo zitto, pedalavo, mi allenavo al massimo. E per i titolari è un vantaggio quando le riserve si allenano al massimo.

Poi l’ex Juventus e Chievo si toglie qualche sassolino dalle scarpe:

“E poi quando giocavo facevo sempre bene. Io ho giocato due partite da titolare con il Napoli, ho segnato due gol. Una contro lo Spezia, uno contro il Genoa. Nelle altre partite, entravo a risultato già acquisito. Sì, mi divertivo, ma fino ad un certo punto. Gestivamo solo la palla”

Leonardo Zullo

Sono Leonardo Zullo, giornalista, telecronista e video editor, già collaboratore di Calciomercato.it e dal 2024 faccio parte della famiglia di SpazioNapoli. Laureato in Scienze della Comunicazione, credo nel team building: un grande obiettivo si raggiunge con il lavoro di squadra e una buona intesa col gruppo. Mi cibo di sport. Un canestro sulla sirena o un gol al novantesimo può cambiarmi una giornata.
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