Attento Garcia: c’è un punto di non ritorno

Le dichiarazioni di Rudi Garcia e un punto di non ritorno tra le parole e i fatti: non come monito, ma come semplice spunto di riflessione su cui lavorare per il futuro.

Sia chiaro fin da subito: una sconfitta, contro un avversario di qualità come la Lazio, ci può stare. Non bisogna certamente fare un dramma, seppur è doveroso farsi qualche domanda.

Allora il problema dove sarebbe, nel caso in cui realmente esistesse? In realtà oggi ancora non è dato sapere né se esiste un problema e né dove è eventualmente nascosto. Ancora troppo pochi i dati a disposizione per un’analisi a 360°. Ma, al di là di ogni allarmismo che può essere anche eccessivo, c’è un punto di non ritorno tra i fatti e le parole di Rudi Garcia. Che va rimarcato: non come monito, ma come semplice spunto di riflessione su cui lavorare.

“Quando non si può vincere, non bisogna perdere”: non in Napoli-Lazio

Per farlo, bisogno ritornare al post partita di Napoli-Lazio e a quel “quando non si può vincere, non bisogna nemmeno perdere”. Tutto giusto, se non fosse che il Napoli contro i biancocelesti ha dimostrato di poterla vincere eccome. Sì, perché è anche bene ricordare che il francese ha preparato la partita in maniera perfetta, così come dimostrato dai primi 30’. Insomma, fino al gol di Luis Alberto, che ha fatto perdere il filo logico del match alla squadra.

Rudi Garcia: c'è un punto di non ritorno
Rudi Garcia: c’è un punto di non ritorno – LaPresse – Spazionapoli.it

Evidentemente, non solo agli uomini in campo. Se Garcia ha eccelso nella preparazione della sfida, lo stesso non si può dire infatti per la gestione della gara. Diverse le scelte discutibili, in primis quella di puntare su un centrocampo che ha retto in sostanza per un’abbondante mezz’ora e nulla più.

Questo può fare ancora più rabbia, a mente fredda: perché il Napoli poteva vincere e se non l’ha fatto è perché in parte si è fatto male anche da solo, oltre ai conseguenti meriti della Lazio. Errori che in una stagione ci possono stare, per carità. Che sia piuttosto una lezione per il futuro, per evitare di mettersi nelle condizioni di pensare a non perdere, quando non si potrà effettivamente vincere. Pensiero che si può dire lontano da Napoli-Lazio, in cui le possibilità non mancavano: salvo letture non impeccabili, appunto.

Francesco Fildi

Francesco il nome; Fildi il cognome; Frank il soprannome. Classe 1998, con il calcio e la musica nel cuore, devo il mio “battesimo pallonaro” a Shevchenko e Totti. Nell’estate del 2019, un paio d’anni dopo la maturità, il colpo di fulmine con il giornalismo. Dal 2021 nel network Rompipallone, a SpazioNapoli ho trovato la mia casa (professionale e non solo). Nel maggio 2023 ho coronato il desiderio di diventare giornalista pubblicista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania con tessera n.183266
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