Cosa è davvero cambiato e dove si può migliorare: il vero segreto del Napoli di Gattuso

Vittoria che fa morale, ma soprattutto rimette il Napoli in scia dei primi posti della classifica. Il successo per 0-1 di Bologna targato Osimhen rilancia ancora le ambizioni degli azzurri, benché Gattuso si sia affrettato a vestire i panni del pompiere ed evitare di parlare di scudetto.

MEDIA TIRI EFFETTUATI: È IL NAPOLI LA MIGLIORE SQUADRA DELLA SERIE A

Eppure i numeri, le statistiche, dicono che il Napoli lassù in classifica non c’è per caso. I dati, dopo 7 giornate (di cui una persa a tavolino, ndr) ci dicono che quella azzurra è la formazione che ha la media più alta di tiri in porta a partita, con ben 19 conclusioni ad ogni gara. Dato da non confondere con il numero di tiri totali verso la porta avversaria, che vede al primo posto la Roma con 109 conclusioni.

Tabella media tiri effettuati Serie A (fonte: WhoScored.com)

Ecco, semmai lo step da migliorare è proprio quello. A fronte dei 19 tiri a partita, il Napoli è andato in gol “solo” 15 volte. Poche, se consideriamo la mole di occasioni totali. Lucidità e cattiveria, ma quella azzurra è una squadra che produce. E tanto.

MEDIA TIRI SUBITI: IL NAPOLI È LA SQUADRA CHE CONCEDE MENO IN SERIE A

Miglioramento importante, ma il vero surplace il Napoli l’ha avuto nell’organizzazione difensiva. E sono sempre i numeri a dirlo. In queste prime 7 partite di campionato quella di Gattuso è la squadra che in media ha concesso meno occasioni: solo 8.5 tiri avversari verso la porta di Ospina e Meret. A seguire gli azzurri in questa speciale classifica è la Roma, con 9.1 conclusi concesse agli avversari, dimostrazione della quadratura di squadra trovata da Fonseca, supportata dagli ultimi risultati dei capitolini.

Tabella media tiri subiti Serie A (fonte: WhoScored.com)

Il merito della crescita del Napoli è attribuibile ai miglioramenti della coppia Manolas-Koulibaly, cresciuta a dismisura rispetto allo scorso anno. Un duo finalmente affidabile, granitico e veloce nei recuperi. Così come doveva essere nelle idee dello scorso anno. Ma anche grazie alla presenza di Hysaj, che dà certamente più sostanza al pacchetto arretrato, oltre a Bakayoko. Il francese è il vero argine aggiunto del Napoli. Magari non sempre impeccabile in fase di impostazione, ma garanzia di dinamismo e muscoli.

MERET E OSPINA, L’ALTRA VITTORIA DI GATTUSO SUL DUALISMO DEI PORTIERI

A queste eccellenze vanno aggiunti Meret e Ospina. I due portieri azzurri vivono una concorrenza sana, ma leale. “Gioca uno o gioca l’altro in base all’impostazione da dare alla partita“, ha spiegato lo stesso Gattuso. Ebbene, quello che sembrava un giochino pericoloso si sta trasformando in un’arma vincente per il Napoli.

I due estremi difensori si stanno alternando sfoggiando ottime prestazioni. Chiamati in causa di rado, ma spesso decisivi. Basti pensare alla parata in pieno recupero di Meret sulla punizione di Sau a Benevento, oppure ai due miracoli di Ospina contro la Real Sociedad e il Bologna. I grandi portieri sono quelli che vengono chiamati in causa poche volte, riuscendo a salvare la squadra. E da questo punto di vista Gattuso può sorridere: la sua gestione sta portando gli azzurri ad avere non uno, ma ben due estremi difensori decisivi.

COSA SI PUÓ MIGLIORARE

Il vero cambiamento del Napoli è nella ritrovata solidità della sua difesa, fondamentale per una squadra di vertice. Così come i miglioramenti da effettuare sono evidenti: serve più velocità nella trasmissione del pallone, caratteristiche però non appartengono a centrocampisti come Fabian Ruiz e Bakayoko. E soprattutto serve essere più incisivi sotto porta, come i numeri di cui sopra confermano.

IN UN CAMPIONATO SENZA PADRONI È GIUSTO CREDERE DI LOTTARE PER LO SCUDETTO

Il Napoli, come dice Gattuso, non è e non sarà la squadra favorita per vincere lo scudetto. Ma la formazione che – in media – subisce meno tiri e produce più occasioni, in un campionato senza padroni (Inter e Juventus non sono le schiacciasassi annunciate, ndr), può seriamente alimentare sogni di vittoria. E questo un vincente come Gattuso lo sa bene, anche se (per ora) non lo ammetterà.

Pasquale Giacometti
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