Virologa Gismondo: “Al ristorante siamo vicini, aprono cinema e teatri: perché non si può andare allo stadio?”

In diretta a Punto Nuovo Sport Show, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Maria Rita Gismondo, virologa. La Gismondo ha detto la sua circa la riapertura degli stadi e sullo stato attuale dell’emergenza Covid. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:

Riapertura stadi

“Riapertura degli stadi? In queste decisioni si pecca un po’ di non coerenza. Al ristorante siamo vicini anche meno di un metro, i cinema aprono, i teatri aprono, perché lo stadio non può essere trattato alla stessa maniera? I tifosi ci tengono così tanto che gli stadi non vengano richiusi che può essere la leva maggiore per dimostrare di essere ligi alle misure di contenimento per il solo piacere di essere allo stadio. Per non parlare di un risvolto economico molto importante: se non moriamo di covid, moriamo di fame. Non esiste un virus da stadio, uno da ristorante o uno ad aereo. Le distanze devono essere uguali in ogni dove. Auspicherei, dal punto di vista tecnico, che ci fossero controlli con i termo scanner come in aeroporto ed evacuazione graduale come si fa per gli aerei. Ovviamente chi non rispetta queste norme va punito severamente. Non è detto che un vaccino sicuro arrivi, tutti coloro che parlano di vaccino fanno proclami politici o pubblicitari. Un vaccino, per essere sperimentato seriamente, necessita del tempo e non dobbiamo escludere la possibilità che possa non arrivare“.

La convivenza con il virus

“Dobbiamo abituarci a convivere, forse per anni, quindi fare progetti a lungo termine per evitare il contagio, ma per continuare a vivere. In questo momento stiamo vedendo un virus che, certo si sta diffondendo, ma la letalità è bassissima. Le morti si concentrano in anziani con patologie pregresse, come accade per qualsiasi altra cosa. Prima non venivano fatti tamponi a tappeto, solo per le persone sintomatiche, quindi la maggior parte dei positivi, ad oggi, sono asintomatici senza patologie. Il 5% ha una linea di febbre, una percentuale ancora minore di ricoveri. Vaccino per l’influenza? Lo consiglio sempre. È un’infezione grave, ogni anno abbiamo dagli 8mila ai 10mila decessi dovuti all’influenza. Quest’anno sarebbe utile per alleggerire il compito dei Pronto Soccorsi ed evitare allarmismi. Ibrahimovic positivo? Questo fa parte della cattiva informazione. Se si è positivi al virus, senza sintomi, non si è positivi al Covid”.

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