Gasperini fa tris: la frase su Napoli, l’invito a non fermare il calcio e il Covid-19 trasportato a Valencia

Gian Piero Gasperini ha fatto grandi cose con l’Atalanta. Ha portato la Dea a giocare un calcio magnifico, ad essere una realtà del calcio italiano, ma anche europeo in questo momento. I bergamaschi non solo hanno ottenuto la prima qualificazione in Champions League lo scorso anno, ma ha fatto di più: quarti di finale dopo aver battuto il Valencia agli ottavi.

Proprio la società spagnola è infuriata con il tecnico. Perché, se quest’ultimo è bravo in campo (o sulla panchina, dipende dai punti di vista), è meno bravo nella comunicazione.

Infatti, è di poche ore fa, la sua rivelazione sul fatto di aver contratto il Covid-19 prima della trasferta spagnola per il ritorno degli ottavi, in piena emergenza Coronavirus in Italia: “Il giorno prima della partita di Valencia stavo male, il pomeriggio della partita peggio. In panchina non avevo una bella faccia. Era il 10 marzo. Le due notti successive a Zingonia ho dormito poco. Non avevo la febbre, ma mi sentivo a pezzi come se l’avessi avuta a 40. Dieci giorni fa i test sierologici hanno confermato che ho avuto il Covid-19. Ho gli anticorpi, che non vuol dire che ora sono immune”.

Parole che hanno scatenato la reazione furiosa del Valencia. Con un comunicato, il club valenciano ha risposto al mister atalantino: “Dopo le dichiarazioni dell’allenatore dell’Atalanta, il Valencia esprime pubblicamente la sua sorpresa per il fatto che l’allenatore riconosca che, tanto il giorno precedente quanto il giorno della partita, il 10 marzo al Mestalla fosse consapevole di soffrire sintomi presumibilmente compatibili con il Coronavirus senza prendere misure preventive, mettendo a rischio, nel caso, numerose persone durante il suo viaggio e la sua permanenza a Valencia”. 

Ma come dicevamo, Gasperini non è nuovo a queste cose. Il 63 enne, il 12 marzo scorso, attraverso le colonne del Corriere dello Sport, criticava la gestione della sanità al sud: “Il Coronavirus è come la peste. Da queste parti, in Lombardia, siamo sufficientemente organizzati, pur se in difficoltà. Mi chiedo cosa potrebbe accadere a Roma o a Napoli”.

Nella stessa intervista, non contento, invitava a non fermare il calcio: “Il  “Calcio è antidepressivo, bisognava andare avanti con le porte chiuse. Io la penso così”.

Gasperini ottimo allenatore, ma disastroso quando si tratta di dire la sua…

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