Coronavirus, maturità 2020: c’è paura di tornare a scuola. I presidi scrivono alla ministra Azzolina

La fase 2 in Italia è iniziata, ma alcune attività non sono ripartite. Anche alcune pubbliche, come la scuola. Si sta discutendo per la ripresa diretta a settembre, ma nelle ultime ore, è scoppiata un’altra grana: l’esame di maturità.

Infatti, c’è paura di tornare in classe. L’Associazione nazionale presidi pubblica una nota dove chiariscono i dubbi e le preoccupazioni di un ritorno a scuola. L’esame si dovrà fare a distanza, nonostante i problemi che ci possono creare e la non abitudine a fare tutto ciò.

Ecco cosa si spiega nella nota:

“Tra i dirigenti, docenti e personale Ata ci sono notevoli perplessità. Pur nella piena consapevolezza del valore simbolico dell’esame, devono essere soppesate con estrema attenzione tutte le circostanze in cui esso dovrebbe svolgersi. Va affrontato e risolto al più presto il vero problema: definire specifici protocolli di sicurezza inerenti gli strumenti, le procedure e le connesse responsabilità. Non possiamo lasciare sole le scuole – e i dirigenti che ne gestiscono l’attività – nel decidere come organizzarsi. Servono regole chiare e servono subito”.

Inoltre, dal ministero fanno sapere che è tutto pronto, ma la paura di possibili defezioni di insegnanti cresce.

Infine, come riporta il Corriere.it, al ministero stanno facendo i conti per rimodulare i crediti maturati dai ragazzi in questi ultimi anni: varranno molti di più del solito, fino a 60 dei 100 punti del voto finale. Mentre, il colloquio orale, unica prova a sopravvivere a questa situazione, potrà valere fino a 40 punti.

In attesa dell’ordinanza e dell’ufficialità, ci sono due ipotesi per la rimodulazione dei crediti: il terzo anno valga 18 punti, il quarto 19 e l’ultimo 23; oppure che si scelga di farli valere fino a 18-20-22.

La conversione dei crediti sarà comunque fatta prima dell’inizio della prova che è previsto per il 17 giugno.

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