Ventura: “Avrei messo Insigne anche in porta pur di vincere contro la Svezia”

In diretta a ‘Un Calcio Alla Radio’, trasmissione in onda su Radio CRC Targato Italia, è intervenuto Gian Piero Ventura, ex allenatore della Nazionale: “Pochi spettatori al San Paolo contro la Samp? Non sono in grado di dire perché. Di certo è un peccato, conoscendo Napoli e i napoletani è evidente che c’è qualcosa che non va. Il Napoli è secondo con un grande allenatore, con la possibilità di mantenere la sua posizione e la possibilità di migliorare. Qualcosa non va, ma non so cosa. Non posso giudicare non vivo lì. Rapporto con ADL? Stiamo parlando di due mondi diversi. Quando sono arrivato non esisteva niente e De Laurentiis era abbastanza a digiuno di calcio. Non si può prendere in esame quel periodo, erano gli albori di un periodo che stava per nascere, ma non si sapeva ancora come. Oggi a Castel Volturno c’è un centro sportivo, all’epoca sarebbe stato un sogno. Bisogna dare il merito che da poco tempo si è passato dal non avere le maglie alla Champions League. ADL mi chiese subito la promozione in B? Non chiese niente perché non c’era niente (ride ndr).

Il Napoli sta crescendo o involvendo con Ancelotti? Intanto bisogna dire che non era facile prendere il posto di Sarri non per quello che aveva vinto, ma per quello che ha fatto vedere. I napoletani andavano con piacere allo stadio perché hanno visto una squadra che ha divertito tifosi e anche gli italiani. È arrivato Ancelotti con una storia incredibile. Lui è ripartito da dove Sarri aveva lasciato e poi piano piano sta portando avanti le sue idee. Io credo che un giudizio debba essere dato l’anno prossimo. Io credo che la prima parte del campionato c’era molto di quello che era stato costruito gli anni precedenti. Sono due calci completamente diversi, è evidente, lo dicono le due storie. Sarri fa fatica in Inghilterra? In Inghilterra fare un calcio organizzato è difficile. Ci è riuscito Conte. Ci vuole tempo. Ci si incontra con un modo di vivere il calcio che è completamente diverso da come lo viviamo noi. Ranocchia e Bonucci? Questo fa parte un po’ della storia e di quello che portano le varie situazioni. Dal punto di vista difensivo era meglio Ranocchia, dalla personalità tecnica Bonucci. Il primo anno Bonucci fece male perché tutta la Juventus fece male. Oggi la Juve fa bene perché chi arriva trova dei punti di riferimento che ti costringono a far bene. Ranocchia andò all’Inter in un periodo di difficoltà, poi ebbe anche un incidente brutto. La mia storia? Io ho vissuto un’esperienza negativa che è quella della Nazionale. Il rimpianto è quello di non aver capito che non avrei mai dovuto accettare, non c’erano i presupposti per poter portare avanti la mia idea di calcio. Quello che è successo poteva buttare fuoco sul fuoco dell’entusiasmo e ho più voglia di prima. Quando volevo lasciare? Durante tutto il periodo, chiaramente solo. Con Lippi alle spalle sarebbe stato diverso? Totalmente diverso. Con la Spagna, poi sono stato delegittimato completamente.

Insigne? Se vi volessi far contenti direi di sì. Io con lui sono in ottimi rapporti. Non ha mai parlato male di me? Ma perché dovrebbe parlarne male! (ride ndr). Sudditanza alla BBC? No assolutamente. Nel momento in cui tu schieri una squadra con un modulo.
Nel Napoli non aveva mai fatto la punta. In base al modulo a volte un giocatore può essere penalizzato. Si poteva fare il 4-3-3 con la Svezia? Col senno di poi si poteva fare tutto. Avrei messo Insigne in porta pur di vincere quella partita (ride ndr) ”.

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