Duro sfogo della moglie di Giuliani: “Morì di AIDS e fu dimenticato, feci una richiesta a Maradona e Ferlaino ma non risposero”

Raffaella Del Rosario era un volto noto della televisione degli anni 80: presentatrice, valletta, indossatrice. Conta numerose apparizioni in tramissioni televisive importanti di calcio. È ricordata anche per essere stata la moglie di Giuliano Giuliani, ex portiere del Napoli e vincitore con gli azzurri dello scudetto 89/90 e della Coppa Uefa 88/89. Giuliani si ammalò d’AIDS nel 1992 per poi morire in un letto di ospedale quattro anni più tardi.

Giuliani venne a Napoli nel 1988 e fu chiamato a sostituire tra i pali Claudio Garella. Erano gli anni delle vittorie importanti, gli anni di Maradona e di giocatori del calibro di Alemao, Careca, Renica, Bagni e tanti altri. Ma erano anche gli anni degli eccessi, dello champagne a fiumi e di feste ad alto borgo con escort di lusso. Giuliani lasciò Napoli nel 1990. Non ebbe la fortuna di giocare la Champions, il Napoli decise di affidare la porta a Giovanni Galli. Concluse la sua carriera a Udine. Qualche anno dopo lasciò la moglie e una bambina.

Raffaella Del Rosario ricorda Giuliani come un uomo taciturno, riservato, per niente farfallone come lo descrivevano i giornali. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, la ex moglie di Giuliani si lascia andare ad uno sfogo durissimo nei confronti di amici ed ex compagni di squadra:

Per lui la vita è terminata presto, ma altrettanta presto è stata dimenticata e questo non mi è sembrato giusto. È stato come se non fosse mai esistito”.

Nel 1992 un giornale dell’epoca comunica la notizia della malattia di Giuliani: il portiere non smentisce e non conferma. In quegli anni la malattia comincia a diffondersi e si alimenta un clima di tensione e paura anche nel mondo del calcio. Qualche anno dopo la notizia della sua morte nel reparto di malattie infettive all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. La moglie ricorda quei tragici momenti:

Giuliani è morto a  soli 38 anni lasciando una bambina di nome Gessica che adesso ha 28 anni. Ci conoscemmo ad una festa nel 1987 e fu subito amore. Poi il matrimonio che durò dall’88 al 91 fin quando non mi confidò della sua malattia. Era più triste del solito, mi guardava, ma non parlava. Poi, di botto, senza mai fermarsi mi disse che aveva fatto delle analisi e che il responso era che aveva contratto il virus dell’Hiv e non aveva scampo. Fu una coltellata nel petto. Non riuscivo neppure a parlare. Ma dentro mi chiedevo: perché proprio a me? Ma come è potuto accadere, lui che non si era mai drogato, che era un atleta, che non amava la vita notturna? A voce bassa mi confidò che mi aveva tradita una volta. Una sola volta. Una scappatella, il 7 novembre 1989, al matrimonio di Maradona a Buenos Aires. Io non andai perché avevo appena partorito”.

Il matrimonio di Diego fece molto parlare all’epoca. Squillo di lusso, festini, orge, cocaina e champagne: “Per me furono 6 mesi di inferno perchè dovetti sottopormi ai test”, continua la ex moglie. “Fortunatamente non ero stata contagiata, ma non potevo più stare con un uomo che mi aveva tradita. Così lo lasciai. Ma sono rimasta come unico sostegno di una vita che stava terminando. Anche quando seppi che stava molto male, in ospedale, andai di corsa da lui. Purtroppo non ebbi nemmeno il tempo di capire, di parlare coi medici: quella stessa sera Giuliano morì per una crisi polmonare, dovuta allo stato avanzato della malattia. Nessuno dei vecchi compagni di squadra si fece vivo, anche negli anni che seguirono. Nessuno ha avuto un pensiero per lui. Chiesi a Maradona e al presidente Ferlaino di organizzare una partita per ricordarlo, non risposero neppure. Come se Giuliano non ci fosse mai stato. Questa è la verità e la mia delusione nei confronti del mondo calcio. A volte mi sembra di vivere in un film di fantascienza.  Adesso sono single con tre figli, due dei quali vivono con me in una casa in affitto a Bologna. Dopo Gessica ho avuto Andrea da una relazione con un compagno e poi da un secondo marito ho avuto Maria Vittoria, di 18 anni. Sono anche nonna di un nipotina, Alessia, di 8 anni. Volete sapere come me la passo? Non certo bene. Mi basterebbe però ritrovare un lavoro, come ai vecchi tempi. In fondo credo di essere ancora una donna piacente con tanta voglia di fare” 

 

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