Per Callejon il tempo non passa mai

L’incedere del tempo spaventa. Principalmente è l’idea di perdere una parte di se stessi che angoscia. Nel calcio, poi, dove il fisico è gran parte del mestiere, l’incedere del tempo s’avverte di più. Maggiore la fatica, minore il fiato, la gamba che rallenta, i novanta minuti che diventano un miraggio. E poi si va a svernare altrove, tra campionati esotici o categorie inferiori. Un corso onorabile e rispettabile, ma che spaventa. Questioni da umani.

José Callejon, i segni del tempo, li ha avvertiti in un finale di stagione – lo scorso – che l’ha depredato della lucidità tanto apprezzata nei giorni migliori. Bollato come un calciatore al traguardo dai più, con il mercato che impazzava e le voci di un trasferimento (tra Chelsea e Milan) che si amplificavano. Gli era stata attaccata addosso l’etichetta di sacrificabile, come quella d’un prodotto che ha fatto il suo tempo e che non ha più nulla da dare.

L’equilibratore perfetto di Benitez prima e di Sarri poi, però, di benzina ne ha ancora tanta. Le qualità son le stesse di sempre, un marchio di fabbrica tanto raro in un calciatore quanto prezioso. Un fiuto del goal evidente mostrato nel precampionato (3 goal), la felinità innata dei movimenti rimasta invariata. Il suo movimento a tagliare alle spalle della difesa è protetto dai diritti d’autore e in pochi sono riusciti – negli anni – a porre un freno.

Nel match contro la Lazio Callejon ha indossato lo smoking delle serate di gala, s’è vestito a festa per celebrare l’inizio di un nuovo corso, di una nuova giovinezza. A 31 anni e mezzo lo smalto può diminuire, le qualità innate no. Non sarà un’annata da 50 partite e rotte, ma sarebbe difficilissimo rinunciare ad un elemento del suo calibro. E con la Lazio ha già messo in chiaro qualcuno di questi concetti. Con un assist al bacio per la zampata di Milik e un secondo, sempre per il polacco, ancor più pregevole. Peccato che nella seconda occasione il muro di Bastos si sia opposto.

Per il resto, 90′ di corsa e di intelligenza. Tanto sacrificio, tanta copertura. Nel finale, poi, gli viene ridisegnato il ruolo in un modulo che assomiglia tanto ad un 4-4-2. Che sia questo il suo futuro? Per ora il Napoli riparte da lì, da una delle solite certezze. José. Il prezioso, unico ed insostituibile José.

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