De Laurentiis: “Non ci è stato rubato nulla, ma la Juve rappresenta il potere in Italia. Sarri mi chiede solo campioni maturi! Insigne e Koulibaly non hanno clausole…”

Nella giornata di ieri il presidente Aurelio De Laurentiis ha incontrato a Roma alcuni organi di stampa, rilasciando dichiarazioni a tutto campo.

Le sue parole per la Gazzetta dello Sport:

Presidente De Laurentiis, a Napoli si parla di campionato falsato dopo quanto accaduto sabato scorso a San Siro: condivide?

«No, non parlerei in questi termini. Ci sono state delle scelte di Spalletti non condivisibili, come la sostituzione di Icardi, anche se giocare in dieci è sempre difficile. Per il resto, lascerei perdere, non ci hanno rubato nulla, la Var a volte non è stata utilizzata o utilizzata male in precedenza, quando avremmo potuto prendere più distacco sulle avversarie».

Dunque, lei mette sotto accusa la Var?

«No, perché io sono un sostenitore. Discuto il suo utilizzo. In cabina di regia non dovrebbero andare gli arbitri, che sono persone sospettabili, ma dei tecnici da formare. L’arbitro deve essere tale durante la partita e il giudizio della Var deve essere incontrastato, non si può demandare a lui la decisone. Piuttosto, darei agli allenatori la possibilità, due volte ciascuno, di richiedere l’intervento della Var sui loro dubbi».

Crede, De Laurentiis, che in Italia esista un problema arbitrale e una certa sudditanza nei confronti della Juve?

«Certo che sì, perché la Juventus appartiene alla famiglia più potente d’Italia, con Calciopoli sarebbero dovuti andare giù pesanti, invece non è successo niente. Volete che si mettano contro gli Agnelli, contro la Fiat, contro il potere? Prima di farlo ci pensano su 20 mila volte. Ma il problema degli arbitraggi sbagliati riguarda tutta l’Europa. Com’è possibile che una mano in area non venga visto? Non so se il Bayern Monaco doveva essere escluso. E la Roma? I due rigori c’erano, meritava almeno i supplementari».

Ma si sente scippato di uno scudetto?

«Io sono uno sportivo, so stare al gioco, a me non piace tirare fuori le pistole e metterle sul tavolo. Cerco, però, di cambiare le regole del gioco. Dico: attenzione, non dando credibilità e sottraendo spettacolarità non facciamo altro che togliere pubblico a questo gioco».

Ha letto la nostra intervista con Nicchi? Ha difeso Orsato.

«Giusto, lui difende la casta, difende la sua posizione. La verità è che gli arbitri non dovrebbero stare nella Figc, dovrebbero essere assunti come liberi professionisti e dopo tre errori dovrebbero essere sospesi. Sono i club che finanziano tutto e gli arbitri dovrebbero essere al di sopra delle parti. Io non voglio pensare male, ma qualcosa non va, è talmente evidente».

Il calcio, dunque, sta perdendo credibilità?

«Ma non è solo una questione di arbitri. La Uefa e la Fifa, per esempio, dovrebbero dipendere dall’ECA, noi mettiamo a disposizione 6.000 calciatori, dovremmo avere maggiore voce in capitolo, c’è in gioco la credibilità. In Europa noi italiane abbiamo contro Collina».

Veniamo al Napoli, presidente: che cosa non è andato per arrivare fino in fondo?

«A inizio stagione abbiamo dovuto anticipare il ritiro, perché avevamo il playoff di Champions League. Quindi, l’avvio anticipato ha fatto sì che il carburante si esaurisse ad aprile. Avremmo potuto evitare questo calo se fossero stati utilizzati tutti i giocatori della rosa. Abbiamo avuto anche 17 punti di vantaggio sulla terza e siamo stati in testa 24 giornate. Avremmo potuto far riposare qualche giocatore per tenerlo fresco per il finale. Non è stato così. Se non si fosse fatto male Ghoulam non avremmo mai scoperto che Mario Rui è un buon giocatore».

Pare di capire che avrebbe fatto diversamente da Sarri?

«Io non avrei mollato le coppe europee. Contro il Lipsia abbiamo perso l’andata perché alla vigilia lui aveva lasciato intendere che dell’Europa gli importava poco o niente. Dichiarazioni che potrebbero aver smontato i giocatori. Poi, a Lipsia, abbiamo dimostrato di poter vincere, ma non è bastato. In questi ultimi anni col lavoro che abbiamo atto siamo arrivati a decine di milioni di tifosi nel mondo e 120 milioni di simpatizzanti, un fenomeno in crescita da due stagioni. Non posso rimproverarmi nulla, non ho paura di andare avanti. Tolti i tre anni per arrivare in A, sono 11 anni che il Napoli è in Europa, nemmeno la Juve ha fatto tanto. Continueremo a crescere».

Con Sarri o senza?

«Con e senza, dipende da lui. Non mi sembra adesso il caso di insistere con lui, va lasciato lavorare tranquillo. Da gennaio gli ho parlato diverse volte, se alla fine vorrà rimanere per me sarà un grande piacere. Se qualcuno, poi, dovesse pagare la clausola rescissoria, a quel punto non potrei fare niente. Ma se lui volesse andare via a prescindere, significherebbe che non ha più motivazioni e dovrò prendere atto di questo. Attenzione, però, io non rinuncio ai miei diritti e quindi alla clausola».

Cosa manca al suo Napoli per vincere lo scudetto?

«Se non avessimo avuto gli infortuni di Ghoulam e Milik, avremmo avuto più possibilità di vincere. Mi si rimprovera di non aver fatto molto sul mercato. Il tifoso non vive la quotidianità, non sa come vengono allenati e utilizzati i giocatori. Giaccherini l’abbiamo dovuto dare via perché non è mai stato preso in considerazione, così come Maksimovic. Inglese sarebbe potuto venire, ma avrebbe giocato? E lui è uno che è arrivato in doppia cifra col Chievo. Per vincere lo scudetto e per avere un posto in Paradiso, in Europa, devi far girare la rosa e non devi avere incidenti. Verdi non è voluto venire, eppure avevamo fatto un’offerta incredibile. Temeva che non avrebbe giocato».

Presidente, c’è la possibilità di ripartire da zero?

«No, perché abbiamo una rosa di giocatori importanti, qualcuno ha clausole rescissorie, potrebbe andare via, però già stiamo lavorando con Giuntoli per ingaggiarne altri ancora più importanti. Abbiamo preso un giocatore che sta giocando in un altro campionato e che ha già fatto 20 gol. Non è che stiamo lì senza fare nulla, lo stesso Younes fa parte di questi investimenti. Stiamo programmando la prossima stagione, al di là di chi sarà l’allenatore».

L’addio di Reina apre alla sua successione, si parla di Rui Patricio: novità?

«Lo stiamo trattando, mi piace molto. Però mi sono pure incontrato con gli emissari di Leno, sto valutando».

Ha pensato anche all’eventuale sostituto di Sarri?

«È dallo scorso ottobre che stiamo valutando una serie di tecnici, abbiamo visto gente in Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Russia e anche in Italia se si volesse continuare col modulo ci sarebbe Giampaolo. Se si volesse spingere sull’acceleratore e prendere un innovatore con variabili possibili di gioco, potrebbe esserci Simone Inzaghi. A Spalletti non ci ho mai pensato se non tre anni fa, ma era incasinato con lo Zenit. Conte? È un amico, un bel colonnello che non fa fiatare più nessuno e che detta regole particolari. Secondo me Sarri rimane e se non volesse ho alternative altrettanto valide».

Presidente, le imputano la lontananza dalla squadra negli ultimi mesi: scaramanzia o altro?

«Non scherziamo, io sono sempre vicino ai ragazzi, invio loro messaggi e ricevo risposte molto carine. È chiaro che non posso stare lì dalla mattina alla sera. Allo stadio non vengo per scaramanzia, ho visto che quando non ci sono stato le cose sono andate bene».

Insigne fresco testimonial di Adidas: ci troviamo davanti ad una nuova frontiera in fatto di diritti d’immagine?

«Non c’è nulla di particolare, il Napoli conserva i diritti e le aziende chiedono a noi di mettere loro a disposizione un tesserato. È quanto avvenuto con Insigne».

Tra gli argomenti toccati da De Laurentiis, anche Benitez (e non solo), per Il Mattino:

Lo ammetta, a Benitez ci sta pensando seriamente?

«Quando c’era Rafa molto spesso nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo di una partita me ne andavo nella stanza per sentirlo parlare alla squadra, per vederlo dare consigli ai giocatori. Era una saetta, divertente, affascinante. Un peccato che non lo abbia mai registrato… Con Sarri l’ho fatto la prima volta e poi basta. Troppo diversi i due».

Detta così…

«Rafa è una persona che non può stare lontano dalla moglie. Che a sua volta ha deciso di vivere vicino alle due figlie in Inghilterra. Quindi è giusto che non soffra questa lontananza».

De Laurentiis, ma Younes?

«Non lo so. Se c’ero io a Castel Volturno non lo avrei mai fatto muovere da lì. Ma dove vai? Lo chiamai al telefono per fermarlo e lui incominciò a dirmi il nonno di qua, il nonno di là…».

Parlava di rinforzi. Ma che fa, li prende senza sapere se resta o no Sarri?

«Sì, ci stiamo muovendo al di là di Sarri. Tanto pure se rimane Sarri lui dice solo prendimi i campioni, basta che sono maturi. D’altronde quando è venuto ha trovato una squadra fatta, con giocatori come Insigne, Callejon, Mertens. Perché mica soltanto l’ allenatore è stato il motore centrale di questo successo, noi come società abbiamo fatto tutto quello che dovevamo. In passato siamo stati capaci di allestire delle rose competitive. E riusciremo a farlo anche in futuro».

Che dice ai tifosi che sono così legati a Sarri?

«Io starei tranquillo perché secondo me Sarri rimane ma poi se va via avremo delle alternative. Ma poi per quale motivo dovrebbe andare da qualche altra parte? Noi abbiamo un bel progetto, divertente, esaltante. Poi se mi dice datemi Iniesta o Cristiano Ronaldo e allora rimango, allora è facile così… Ma poi mi chiedo, gioca per il Napoli o per se stesso?».

Sembrano diversi i giocatori in uscita. O non è così?

«Quelli che non hanno la clausola dipendono da me… quelli con la clausola possono essere ceduti all’ estero. E lì non mi posso opporre. Koulibaly? Non ha la clausola. E neppure Insigne ha la clausola».

Le altre parole per Il Corriere dello Sport:

Reina la ritiene il responsabile del suo addio…

«Ah, bene».

Ha sempre la tentazione di acquistare una squadra straniera?

«Ci sto pensando da tempo e lo faccio anche adesso: ho un’idea in Portogallo e una in Belgio. Magari concludo con tutti e due».

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