Il calcio italiano ha riportato per la prima volta dopo 11 anni due squadre, Juventus e Roma, ai quarti di finale della Champions League e lo ha fatto proprio nella stagione del fracasso mondiale della Nazionale. Un segnale di rilancio per il calcio italiano, almeno a livello di club. Sorridono i tifosi italiani, quindi, ma un po’ meno le casse del Napoli: nel complicato panorama dei premi UEFA, il guadagno della società di De Laurentiis a fine stagione è legato a doppio filo proprio al cammino di bianconeri e giallorossi.
L’edizione di oggi de La Gazzetta dello Sport fa chiarezza a riguardo. Da un lato ci sono i premi sportivi, quota “fissa”, che dipende esclusivamente dal cammino nella competizione: Juventus e Roma sono attualmente a 30,7 milioni (12,7 per la qualificazione ai gruppi, 5,5 per i risultati nel girone, 6 per gli ottavi, 6,5 per i quarti), mentre il Napoli è fermo a 15,7 (12,7+3). Dall’altro lato c’è il market pool, discorso legato ai contratti tv e al valore dei diritti dei singoli campionati. Qui la faccenda si complica: l’ammontare per l’Italia è di circa 100 milioni, da dividere tra le tre squadre.
Questa cifra viene a sua volta divisa in due quote. Metà dipende dal piazzamento nel precedente campionato: la Juve, prima, intasca 25 milioni, la Roma, seconda, 17,5, il Napoli, terzo, 7,5. La seconda metà riguarda, invece, le gare giocate in questa Champions ed è questo il discorso che riguarda la società azzurra: Juve e Roma hanno giocato 10 partite al momento (ne giocheranno almeno altre 2) e guadagnerebbero 19 milioni, il Napoli, con 6 partite già disputate, 12. In sostanza: più bianconeri e giallorossi fanno strada, più partite giocano, meno soldi prende la società di De Laurentiis.
Al momento Juve e Roma guadagnerebbero rispettivamente circa 75 e 66 milioni in premi UEFA, mentre il Napoli 30. Ma mentre la cifra delle prime due squadre può aumentare (la Juve vincendo arriverebbe a 100, la Roma a 92), quella degli azzurri può solo scendere. I conti definitivi, in tutti i sensi, si faranno a fine stagione, ma si può già concludere che fare strada in Europa poteva far comodo a tutti, casse comprese.