La lunga primavera di Arek Milik

Pochi scampoli di partita, contro la Roma, per riassaporare quel campo che ormai non lo vede protagonista da tanto, troppo tempo. Eppure un altro infortunio è passato, un’altra primavera è tornata. E questa deve essere la primavera di Arek Milik. Il polacco, a Napoli da due anni, trascorsi in realtà più in infermeria, per accanimento della sorte, ha pochi mesi per ricominciare un’opera interrotta al principio della sua avventura azzurra. Il nove ottobre 2016 il primo legamento crociato, lo scorso 23 settembre l’altro. Un cruccio, non aver potuto sfruttare le qualità dell’ariete polacco. Ma ormai quel che è successo è successo. Si deve guardare avanti.

Quel che ha fatto la differenza, in quest’anno e mezzo, è la feroce determinazione dell’ex Ajax: prima la smania di tornare a tutti i costi, poi la ponderatezza di non affrettare i tempi e di non correre rischi. Una scelta presa con calma e senza fretta, per non ricadere nel baratro, nella lontananza forzata dal campo e dall’area di rigore, l’habitat naturale di uno abituato da sempre a fare gol. Milik è il dodicesimo uomo che ora serve al Napoli, nel momento cruciale della stagione. Milik è la primavera, vera e propria, che deve splendere sul cammino degli azzurri in questa fase di campionato che probabilmente deciderà le sorti di Mertens e compagni. Soprattutto Milik può rappresentare l’arma in più per dare al Napoli un senso meno scontato ed imprevedibile. 

Ormai è acclarato, gli azzurri giocano in un certo modo sfruttando le caratteristiche di Dries Mertens. Con Milik cambierebbe qualcosa anche in questo senso, essendo il polacco un centravanti tout court. Ora serviranno solo stimoli che, siamo sicuri, un maestro come Sarri saprà dare. Intanto è arrivata una bella notizia per Arek: tornerà in nazionale, perché come ulteriore motivazione c’è anche quel Mondiale da vivere a tutti i costi da protagonista. Per far sì che ciò diventi realtà, serviranno tre mesi circa di intensità, determinazione, convinzione. E soprattutto senza paura, quella sì che sarebbe un limite bello grosso. La primavera, quella di Milik, è agli inizi. Che lo sia per lui, per il Napoli, per un sogno in cui il polacco può dare il suo decisivo contributo. In fondo, il San Paolo, non aspetta altro: tornare a gridare per un suo gol. Così come era cominciata, così come deve continuare questa storia.

GENNARO DONNARUMMA

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