Ciccio Graziani: “L’oro del Napoli sono quei tre a centrocampo. Questa squadra mi ricorda la Juve di Lippi, ma solo se vinci resti nella storia”

Siamo a poco più di 24 ore dall’importante match tra Napoli e Roma. Non potevano mancare considerazioni da parte di chi ha vissuto partite del genere, come Ciccio Graziani. Ecco la sua intervista per Il Mattino:

Cosa si aspetta da Napoli-Roma in programma domani sera?

«La Roma sicuramente arriva male alla sfida perché dopo il pesante ko con il Milan l’ambiente è infestato da malumori e contestazioni. Ma attenzione, perché quando il cinghiale è ferito è più pericoloso».

E il Napoli?

«Sta benissimo e va a mille può approfittare il gioco a ritmi bassi della Roma e atleticamente sta molto meglio rispetto ai giallorossi».

Lei è stato un grande attaccante: che ne pensa del momento di Dzeko?

«I numeri parlano chiaro e dicono che è un bomber in crisi, ma secondo me il bosniaco sta soffrendo molto senza Salah. Per il suo tipo di gioco era straordinario».

Mentre l’ attacco del Napoli va a mille.

«È un tipo di paragone che non può neanche fare perché gli attaccanti azzurri non sono mai in crisi né in difficoltà».

Chi le piace di più del tridente di Sarri?

«Difficile fare un solo nome, perché sono un po’ tutti a fare la differenza. Anzi, credo che il vero oro di Napoli non siano i tre davanti».

E chi?

«Spesso magnifichiamo Mertens, Insigne e Callejon perché la buttano dentro, ma per me il lavoro più prezioso lo fanno i tre di centrocampo che supportano in maniera straordinaria il reparto offensivo».

In che modo?

«Jorginho fa girare la palla mentre Hamsik e Allan sono due attaccanti aggiunti. Fanno movimenti continui e scombussolano tutta la difesa avversaria».

Ma a lei con chi sarebbe piaciuto giocare del terzetto d’ attacco del Napoli?

«Insigne e Callejon sugli esterni mi avrebbero fatto fare tanti gol mettendo moltissimi palloni in mezzo, ma ho sempre giocato in un sistema con due punte quindi sono convinto che avrei potuto fare coppia con Mertens. Magari anche con gli altri due sulle fasce, così avremmo fatto 50 gol».

A questo punto, quanto può servire il rientro di Milik?

«Sarà molto importante perché fornisce un’ alternativa in più se devi giocare in un modo diverso anche se per caratteristiche fisiche e tecniche può essere un punto di riferimento in più per gli avversari».

Cosa ne pensa del lavoro di Sarri?

«Guardando il Napoli si vede tanto la mano dell’allenatore, ma credo anche che abbia trovato terreno fertile con una squadra che ha sposato in toto il suo credo calcistico, e poi ha trovato degli ottimi calciatori. Insomma: è nato un matrimonio perfetto. Ma continuo a pensare che c’ è il 30% dei suoi meriti nei risultati del Napoli, il rimanente 70% è merito dei calciatori che interpretano le sue idee».

E Di Francesco?

«Ha portato freschezza, entusiasmo e voglia di fare bene. Sa che questa avventura alla Roma è l’ occasione della carriera e lotterà per vincere qualcosa».

Eppure sta avendo diversi problemi: come se lo spiega?

«Non credo mai che i problemi dipendono da una persona sola. Se i giocatori non mettono in atto la tua idea di calcio non vai da nessuna parte».

Il Napoli di oggi quale squadra del passato le ricorda?

«Sia la Juventus di Lippi nella quale c’ era Nedved che si inseriva, sia quella di Conte con Marchisio e Vidal che si inserivano con dei tempi straordinari. Ma è difficile fare un paragone con le altre squadre del passato».

Perché?

«A differenza di questo Napoli hanno vinto qualcosa e questo è l’ unico punto negativo. Se giochi bene e arrivi terzo c’ è qualcosa che non quadra. Solo se vinci rimani nella storia».

Ma il Napoli ha fatto bene a mollare l’ Europa League?

«Assolutamente no. Anzi sono rimasto stupito negativamente dall’approccio della gara d’andata contro il Lipsia perché il Napoli quegli errori difficilmente li commenti. Ero convinto che potesse arrivare a vincere la competizione anche perché non vedo squadre più forti. Ora che hai mollato l’ Europa per il campionato non hai più alibi. Ma occhio, perché l’ Europa ti regala visibilità ed è una vetrina importante, oltre a servire per il ranking. Senza dimenticare che vincere aiuta a vincere».

È chiaro che l’ obiettivo sia lo scudetto: si deciderà tutto nello scontro diretto con la Juventus?

«Non credo perché il Napoli ha quattro scogli da superare: la Roma domani sera, sarà l’ esame di maturità, poi la doppia partita a Milano e per finire lo scontro diretto che sarà la madre delle partite. Ma non sarà quella a regalare lo scudetto a una o all’ altra».

Perché?

«La Juventus ha un finale di stagione all’ insegna delle difficoltà».

Domani c’ è la sfida contro la Lazio. Pensa che i biancocelesti accuseranno la stanchezza per la semifinale di Coppa Italia contro il Milan finita ai rigori?

«Oggi la medicina e la tecnologia ti danno modo di recuperare in fretta. Magari la Lazio potrebbe accusare qualcosa solo nella fase finale, ma sono convinto che la Juve troverà una squadra agguerrita che vuole fare risultato e vuole continuare a stupire. Sarà una partita difficilissima».

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