Mertens: “Mi sento napoletano da sempre. Con Sarri sembra di giocare con un uomo in più”

INTERVISTA MERTENS / Prima dell’attesissimo match di questa sera tra Napoli e Milan, parla uno dei protagonisti più attesi: Dries Mertens. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione nella lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport dell’attaccante belga.

Che effetto fa giocare il Mondiale senza l’Italia? “Subito una bella domanda. Mi dispiace tanto per l’Italia perché sono qui da cinque anni e non è bello vedere amici come Jorginho e Insigne che non vanno al Mondiale. L’Italia è una squadra che meritava di qualificarsi, è una delle grandi del calcio mondiale. Secondo me il problema è stato essere nel girone eliminatorio con la Spagna. La Spagna per me è, con la Germania, la squadra più forte. Arrivare secondi nel gruppo era immaginabile. Nel play off l’Italia è stata anche sfortunata

Come inizia a giocare a calcio un bambino in Belgio? Lei come ha cominciato? “Si poteva iniziare solo a cinque anni, io ne avevo quattro. Una volta non ho retto e sono andato sul campo a giocare con ragazzi che avevano cinque o sei anni. In quel momento mio papà non mi stava guardando ma dopo se ne è accorto e mi è venuto a portar via: “Non puoi giocare, sei troppo piccolo”. Ma l’allenatore della squadra lo ha fermato: “No, lui da domani si allena con noi, perché è molto forte”. E da lì è iniziato il calcio, per me“.

Come è stato l’incontro con il Napoli? Con la squadra e con la città? “Avevo giocato qui con l’Utrecht. Mi erano piaciuti subito la città e il suo spirito. Quando la società mi ha acquistato sono venuto con tutta la famiglia e mi sono ambientato facilmente. E’ molto diverso il sentimento della gente di Napoli per il calcio e i suoi protagonisti rispetto a quello a cui ero abituato in Belgio. Ci sono un calore, una solidarietà che ti aiutano a vivere bene una città che non è la tua. Napoli si stringe attorno ai giocatori della sua squadra, li fa sentire tutti napoletani da sempre“.

Che cosa le ha insegnato Sarri? “Il calcio. E’ un allenatore che mi piace. E’ un tecnico preparato e persino scientifico nella cura delle partite. Una cosa che mi piace del suo gioco è il modo in cui organizza le fasi in cui noi abbiamo il possesso di palla e poi come struttura la pressione che facciamo sugli avversari nella fasi in cui sono loro a giocare il pallone. Mi piace come prepara ogni incontro. Sembra che già hai giocato la partita e in campo sembra che la tua squadra abbia un uomo in più“.

Secondo lei quest’anno il Napoli potrebbe vincere lo scudetto? “Speriamo. E’ vero che siamo stati sfortunati, che l’infortunio di Milik e adesso di Ghoulam non ci aiutano, come squadra. Sappiamo che non abbiamo trenta uomini che possono giocare ma vogliamo fare bene e siamo un punto avanti alle altre squadre. E questo, mi creda, è già un importante passo in avanti, in un campionato che sarà molto combattuto“.

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