Al vaglio la riforma per il rilancio del calcio italiano: celle negli stadi e stop al bagarinaggio i primi obiettivi

Stadi più sicuri e stop al bagarinaggio e alle infiltrazioni mafiose. Marco Di Lello, coordinatore del Comitato “mafia e sport” e segretario della Commissione parlamentare antimafia, illustra i punti della riforma del calcio alla quale sta lavorando da inizio 2017.

Il piano ha già ricevuto l’approvazione dei personaggi più influenti del pianeta calcio: i presidenti del Coni, Malagò e Tavecchio, i presidenti di Lazio, Genoa e Napoli, Damiano Tommasi (presidente dell’Associazione italiana calciatori) e diverse procure (Torino, Roma, Napoli e Catania), oltre al capo della Polizia Gabrielli, hanno abbracciato con entusiasmo i punti della riformaDomani toccherà al ministro dello Sport Luca Lotti dire la sua.

“Dopo di che il nostro obiettivo – spiega Di Lello – è quello di concludere entro fine mese, facendo approvare la nostra relazione dalla Commissione in modo che venga poi esaminata in Aula. Basta infiltrazioni mafiose nel sistema calcio. Perché ciò accada vanno affrontati alcuni punti deboli. Uno di questi è il bagarinaggio dei biglietti: per chi compra per rivendere a un prezzo più alto stiamo pensando di introdurre un reato specifico. Vogliamo anche cambiare il sistema che sta alla base della tessera del tifoso, ampliando i Daspo: in questo modo potremmo identificare subito i tifosi non buoni per impedire che entrino negli stadi. Più riduciamo la presenza della criminalità all’interno degli stadi, più sarà possibile avvicinarci al modello inglese”.

Negli stadi ci saranno delle celle di sicurezza – conclude il deputato Pd – visto anche il ripristino del reato di arresto in flagranza differita (entro 48 ore) per chi commette i cosiddetti reati da stadio nel decreto Minniti. Controlleremo poi i vari passaggi societari per evitare che possano nascondere il riciclaggio di denaro sporco e vieteremo le scommesse sulle partite della Lega Pro”.

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