Bel Napoli, ma non basta: 5 punti da seguire per diventare vincente

86 reti segnate, 80 punti fatti, 46 gol in trasferta, miglior rendimento assoluto nel girone di ritorno. Bello, bellissimo, strabiliante e strepitoso: ma non basta. Non basta a passare da grandi a grandissimi, da sogno a realtà, da ambizione a traguardo. Non basta a innalzare un gioco ed un allenatore che forse Napoli non ha mai avuto: perché questa sarà una squadra che passerà inevitabilmente alla storia, ma non per la sua storia vincente.

E allora, dov’è il trucco? Non c’è. E non c’è nemmeno l’inganno. C’è qualche alibi, magari. Un po’ di malafede, chissà poi quanto giustifica. E c’è la Juve: imbattibile, stando ai numeri. Ma soprattutto: costante. In un modo o nell’altro, sempre avanti per la sua strada.

Eppure, fiducia per il futuro dev’esserci. Non foss’altro per i gol, per le emozioni, per la gioia che questa squadra sa donare. Quanto manca per vincere? No, non manca tanto: forse solo un po’ di cazzimma, ecco. E altri cinque punti da seguire, perché dalla prossima estate non ci siano casi, addii e situazioni che possano trattenere il Napoli nel limbo di chi può solo accarezzarlo, quel sogno scudetto.

Primo punto all’ordine dei desideri: confermarsi. Sì, squadra che non vince, non si cambia. O meglio: si migliora. Ma prima si conferma, negli undici, nei ventitré. E pure in panchina. Senza Sarri, questo gruppo potrebbe faticare anche solo nel rilanciarsi a determinati livelli. Con un gioco ben consolidato, ed un’idea salda e ferma, la crescita di questa stagione che sta per finire potrebbe riservare tante belle sorprese alla ripresa dei giochi.

  •  INVESTIRE, ORA!

Come si può cambiare un organico già forte, senza intaccarne i caposaldi? Analizzando i piccoli difetti. Nessun undici non è migliorabile: nemmeno quello del Napoli. Un portiere affidabile, un centrale di difesa di spessore (soprattutto se Albiol dovesse andare al Valencia), e poi due terzini: queste, le necessità. Svecchiare ulteriormente la rosa, ma principalmente incrementarne la qualità e il talento. Senza questi ultimi, una trama così bella non si trasforma in meraviglioso kolossal.

  • CHIARIRE E CHIARIRSI: SENZA SCARAMANZIA

Serve dettare gli obiettivi, sforzarsi di esser grandi iniziando a pensare così: in grande. Chiarire dove vuole andare a parare il progetto, farlo sin da subito, non può che aiutare: i tifosi sognano per passione, i giocatori dovrebbero farlo per passione. Senza fatturati, né false promesse: uniti, con questa qualità, si può andare lontani.

  •  DIVENTARE GRANDI

Maledetta, benedetta testa. Ed è forse questo il limite più grosso: il carattere, la cazzimma, il non saper reagire davanti alle intemperie di una stagione. Diventare grandi vuol dire soprattutto non lasciarsi andare, prendersi responsabilità e chiudere i conti anche con la sfortuna autoprocurata. Diventare grandi vorrà dire, però, assorbire e imparare dai piccoli peccati di gola e di campo con cui inevitabilmente ci si ritroverà a fare i conti. Tocca farlo, e subito.

  • ALLARGARE GLI ORIZZONTI

Il modulo è fine a se stesso, se la macchina è ben oliata, se di sbalzi di risultati proprio non ce ne sono. E allora, allargare l’orizzonte tattico, quanto può convenire? “Il Napoli è facilmente prevedibile, ma non lo fermi”, disse Delneri prima dell’ultimo Udinese-Napoli. Bene: nella prossima stagione, una fase offensiva così estasiante potrebbe scaturire difese con scudi e forche pronti ad essere utilizzati. Variare il modo di stare in campo, farlo con raziocinio, non potrà che allungare vita e vittorie.

crico

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