Nuovo stadio a Bagnoli? Ipotesi (quasi) irrealizzabile: i motivi

Ad Aurelio De Laurentiis piace esporsi, spesso più del dovuto, cambiando idea e programmi di volta in volta. L’ultima “bomba” del presidente riguarda il solito tema stadio e l’ha rilasciata tramite Il Mattino: “Sto aspettando che si dia corso, sperando che non ci vogliano tempi lunghi, alla bonifica di Bagnoli per poter fare lì la casa del Napoli con dodici campi di calcio, un albergo e all’interno lo stadio nuovo, il tutto delimitato da un bel muraglione alto dodici metri. Se lo stadio sarà da 50mila, 40mila o 30mila posti lo vedremo a seconda di quando potrà essere pronto e di come la virtualizzazione non avrà minato la frequentabilità dello stadio”. Quindi, dopo l’idea di voler comprare l’attuale San Paolo e quella di costruire una struttura d’elite da 20mila posti, arriva una nuova, pazza proposta.

LA SITUAZIONE

La follia di questa situazione sta tutta concentrata in quella che è la questione legata alla bonifica di Bagnoli, area danneggiata nei decenni scorsi dall’Italsider. In questi anni sono stati vari i tentativi e i progetti per la riqualifica, tutti falliti o lasciati in sospeso a causa della negligenza in primis delle autorità competenti.

A febbraio è anche arrivata la perizia del tribunale: “Si ritiene che gli interventi di bonifica certificati, così come realizzati, abbiano compromesso la futura fruibilità dei luoghi, perlomeno quelli a destinazione d’uso residenziale, arrivando talora a incrementare le concentrazioni esistenti prima della bonifica”. Oltre, quindi, il fatto che c’è l’alto rischio di inquinamento per chi vive e agisce nella zona, dovrebbe tra queste piccole righe saltare all’occhio la compromissione della fruibilità. Quest’ultima parola, in una delle sue accezioni, equivale al diritto e/o possibilità di usufruire di un qualcosa anche sul piano del profitto. Il che ci fa capire che, a prescindere da tutto il resto, compreso il rischio di inquinamento da parte di chi lì ci vive e agisce, resta difficile che anche a seguito di una bonifica compiuta (ennesima iniziativa partita a marzo), il comune dia la disponibilità per costruire un impianto così importante. Servirà però anche un gran buonsenso di tutte le parti chiamate in causa, soprattutto della Regione, che dovranno lasciar perdere il grosso e grasso desiderio di arricchirsi magari facendo passare il messaggio di “voler ridare lustro ad una zona che ne ha vissute tante”. Un po’ come successe a suo tempo con l’Isochimica di Avellino.

COME ARRIVARCI?

Inoltre, così facendo, si allontanerebbe lo stadio ancor più da quello che è centro (punto d’equilibrio massimo) di Napoli. Una parte dei tifosi sarebbe sicuramente contraria, nonostante la metro di Bagnoli disti qualche fermata più in là di quella di Fuorigrotta, a periferizzare ancor più lo stadio. Viste anche le maggiori complessità nell’arrivarci con mezzi che non siano quelli pubblici.

IN CONCLUSIONE

Gli elementi concreti che vanno analizzati non frutterebbero pro – principalmente alla salute geografica della zona – sostanziali mentre i contro sono vari e vanno ricercati nel fondo della questione. Non bisogna quindi soffermarsi ai 50mila posti, ai 12 campi di calcio, o all’avere un qualcosa di proprietà che donerebbero vantaggi solo ed esclusivamente alla squadra, alla sua crescita e ai risultati. La città viene prima di tutto. Questo è bene ricordarlo sempre.

 

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