Bagni ricorda: “Maradona fu la svolta per lo scudetto, Napoli scrisse la storia”

In un’intervista concessa al Corriere dello Sport, in occasione del 30° anniversario della vittoria del primo scudetto azzurro, l’ex centrocampista del Napoli Salvatore Bagni ha ricordato volentieri la grande impresa partenopea del tempo. Di seguito, ecco quanto evidenziato da Spazio Napoli.

Sulla percezione al tempo: “Avevamo capito presto, sin dal ritiro, che sarebbe stato il nostro anno. Diego tornò da Campione del Mondo, segnando quello che resta il gol più bello di sempre: era un leader riconosciuto, il calciatore che ci invidiavano ed il genio che aveva trascinato l’Argentina alla conquista del Mondiale attraverso un talento infinito. Battemmo la Juventus di Platini, l’Inter di Trapattoni ed il primo Milan di Berlusconi, strapazzammo autentiche potenze del calcio”.

Sul segreto della squadra: “Volare basso, perché tutto quello che sentivamo dentro non doveva trasparire all’esterno. Le pressioni erano già tante, ed anche le attese, e la concorrenza era di spessore. Poi è chiaro che il resto venne da sé, cammin facendo. Ma cercammo sempre di restare apparentemente distaccati”. 

Sulla svolta: “Nessuno ebbe l’effetto energizzante che ci diede Maradona da Città del Messico: eravamo già consapevoli della sua forza, perché lo vedevamo tutti i giorni, ma quell’impresa servì per caricarci ulteriormente. Spiegò a noi, semmai non l’avessimo capito, con quale tipo di marziano avessimo a che fare”. 

Sulla rosa: “Carnevale e Giordano in attacco: chi non li ricorda, o non li ha mai visti, vada a ritrovare sui social il gol alla Fiorentina, tanto per dirne uno. Un centrocampo con il sottoscritto, De Napoli e Romano. Dietro, per segnarci dovevano abbatterci: avevamo una forza fisica ed un’intelligenza, tra Garella ed ognuno dei difensori, di raro effetto. Fu una fusione magica”. 

Sugli effetti dello scudetto: “Il Napoli ha fatto la rivoluzione, dunque ha rappresentato un momento storico. E’ stato un capolavoro collettivo, della società, della città, della squadra, del tecnico che ha cancellato anni ed anni di sofferenze e scritto una pagina unica”. 

Sul rapporto con Maradona: “E’ stato, e rimane, un affetto speciale, fraterno. Ho avuto il piacere di condividere un quadriennio in campo che è stato fantastico, ma soprattutto di restare legato ad una persona squisita con cui è sempre delizioso incontrarsi”. 

Sul rapporto con Napoli: “E’ un po’ casa mia: ci vengo ogni volta che è possibile. Non mi sono mai staccato, ho avuto modo di lavorarci successivamente, ma nel periodo più difficile dell’era Ferlaino. Ed ho grandissima stima di De Laurentiis, capace di interpretare in maniera moderna questo mondo”. 

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