San Spiga a SpazioNapoli: “Divino e rivoluzionario, Maradona il Che Guevara del calcio!”

11.195 chilometri, 6.956 miglia: la distanza tra Napoli e Buenos Aires. Un anello di congiunzione per niente banale, a legare due mondi: Diego Armando Maradona. Nei “barrios” come nei quartieri partenopei, la leggenda del Pibe de Oro continua a vivere. Su un muro, nei vicoli, nei ricordi di chi, in campo, ne poté ammirare le gesta e apprezzarne la grandezza, umana e sportiva. Diego non è stato, si sa, solo un giocatore. È stato tutto per due popoli, il simbolo di riscatto, la voglia di rivalsa, l’esempio, l’icona di chi, dal nulla, può diventare il migliore.

È stato questo anche per San Spiga, artista argentino che è a Napoli in questi giorni, per una sola ragione: omaggiare, ovviamente, D10S. In un periodo non casuale: nel mese in cui, quest’anno, si festeggerà il trentennale del primo, storico scudetto azzurro, ovviamente a firma Maradona (il 10 maggio, n.d.r). San quest’oggi, all’interno dei Quartieri Spagnoli, cuore pulsante del capoluogo campano, ha presentato la sua ultima opera : un disegno per omaggiare Maradona, affisso sul muro (CLICCA QUI PER VEDERE LE IMMAGINI). “Mi piace molto questa allegria che è capace di generare, a distanza di trent’anni, Maradonaracconta Spiga ai microfoni di SpazioNapolied anzi, mi entusiasma ancora più di Diego stesso, perché è fantastico condividere tutto ciò con i miei fratelli napoletani”. Già, perché San, artista per passione e girovago per scelta, è già stato a Napoli, un anno fa esattamente: “È la mia seconda volta qui: sono venuto lo scorso anno, nel trentennale di un altro grande avvenimento, quello della “Mano de Dios”. Pensate che volevo andare a Londra e appendere lì il disegno. Un mio amico mi fece notare che, se scritto in inglese, avrebbe reso di più E allora ho scritto proprio ‘The Hand of God”, una soddisfazione. Quel goal rappresenta la rivincita del nostro popolo, quello argentino, sull’Inghilterra conquistatrice. Quel gol ci fece capire che potevamo contare qualcosa, che valevamo di più!”.

Poi qualche considerazione sull’uomo Maradona: “Diego rappresentava e rappresenta ancora oggi lo spirito popolare che trionfa nella vita. Lui era ed è un uomo del popolo; siamo cristiani, è vero, ma nel suo caso possiamo fare un’eccezione: lui è un Dio per i tifosi partenopei e argentini, su tutti quelli del Boca. Chi contesta Maradona come uomo è perché è un frustrato della vita: Diego è l’immagine di quel ragazzino povero e coi piedi sporchi che riesce ad emergere e a cambiare la sua storia. Un’icona, nient’altro da aggiungere. Di Maradona apprezzo, ed apprezzerò sempre, il suo essere così fuori dagli schemi, sempre sui generis: un rivoluzionario, senza dubbio il Che Guevara del calcio. E dunque ‘Hasta la victoria siempre, vamos Diego!”.

Ebbene Diego vive, in quelle strade, tra quei due popoli, uniti dalla sua linea sottile, che come nessuno ha rappresentato e da cui è stato amato in maniera viscerale. E la sua luce continua a risplendere, sui muri, nei disegni, nei murales: da sempre, per sempre.

A cura di Gennaro Donnarumma e Vittorio Perrone.

 

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