La strada da seguire

Proprio ieri, ai nostri taccuini, l’ex difensore azzurro Salvatore Aronica ha ammesso che gli piacerebbe, in un futuro nemmeno troppo lontano, diventare allenatore della Primavera del Napoli (clicca qui per l’intervista).

Si è discusso tanto, negli scorsi anni, della possibilità che il Napoli inserisse nel suo organico societario ex calciatori che hanno vestito la maglia azzurra in passato. Per un breve periodo di tempo, all’inizio dell’era De Laurentiis, Beppe Bruscolotti ci andò vicinissimo, ma non se ne fece nulla. Attualmente, l’unico ex giocatore ad avere un ruolo attivo e molto importante nel Napoli è Gianluca Grava, coordinatore del settore giovanile azzurro. Un compito che Grava sta svolgendo nel miglior modo possibile, provando a risollevare le sorti di un comparto che potrebbe diventare di fondamentale importanza per il futuro del club. Un lavoro assolutamente difficile, i cui frutti si vedranno non prima di qualche anno. L’idea di affidare la panchina della Primavera a Salvatore Aronica, un altro che l’ambiente partenopeo lo conosce a menadito, circola già da un po’ negli ambienti societari. L’ammissione di ieri è una controprova importante. E, per il futuro, potrebbe non essere l’unico caso di un ex calciatore che rientra nel Napoli con un’altra mansione.

COINVOLGERE GLI EX, LA STRADA DA SEGUIRE PER NON DISPERDERE UN PATRIMONIO

Coinvolgere chi ha vissuto sulla propria pelle le emozioni, le sensazioni, le vittorie e le sconfitte di un ambiente in cui niente è normale e tutto è straordinario – sia nel bene che nel male – potrebbe rivelarsi un’idea vincente, una strada da seguire anche per riempire quel solco che nel corso del tempo si è creato tra società e tifosi, con questi ultimi che sentono troppo “distante” il club per il quale fanno il tifo.

E allora ci sono altri due nomi che, in un futuro più lontano però, potrebbero diventare elementi importantissimi della società, così come lo sono stati prima in campo. Pensiamo a Paolo Cannavaro ad esempio, e a Fabio Quagliarella. Napoletani entrambi, storie diverse che si sono incrociate solo per una stagione. Il primo, indimenticato capitano cui tutti i tifosi azzurri (al netto di quei pochi imbecilli che non meritano nemmeno menzione) sono affezionatissimi; il secondo, vittima di uno stalker che gli ha di fatto strappato il sogno azzurro. Entrambi rappresenterebbero il simbolo di una napoletanità che non andrebbe dispersa, ma inglobata nel club per radicarlo ulteriormente nel cuore dei tifosi; e per consentire ai calciatori che verranno di avere un patrimonio di esperienza cui attingere nei momenti buoni e, soprattutto, in quelli meno.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano 

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