In 72 ore il Napoli dimostra la sua superiorità. La domanda è lecita: “Ma allora, cosa manca ancora?”

Per chi fosse vissuto in una sorta di limbo temporale negli ultimi 5 anni ed avesse seguito gli ultimi due Napoli-Juventus non si capaciterebbe di come siano i bianconeri a guidare (ancora) il campionato italiano. Nel giro di 72 ore il Napoli ha dato una dimostrazione di grande calcio a una Juventus apparsa a tratti compassata, confusa, lontana parente di quella dominante degli ultimi anni.

Il Napoli però il campionato continua a vederlo col binocolo, addirittura da due posizioni di distanza con una Roma di mezzo che pure è sembrata totalmente nel pallone nelle ultime gare. Ma allora la domanda sorge spontanea: ma allora cosa manca ancora a questo Napoli per puntare davvero in alto?

I LIMITI DEL NAPOLI: BENE CON ROMA E JUVE, MALE COL PALERMO

Il discorso rischia di essere ripetitivo, forse stantìo, ma purtroppo tristemente attuale. Come al solito ‘cattivi con le grandi’ ma ‘distratti con le piccole‘. Se si vedono le gare giocate con Juve, Roma, Inter, Milan ed altre grandi del nostro campionato il Napoli riesce, al di là del risultato, a giocare sempre grandissime gare, mettendo in grandissime difficoltà gli avversari.

Ad oggi i punti persi con le piccole sono troppi: due sconfitte con l’Atalanta a cui si aggiungono i pareggi con Palermo, Sassuolo, Pescara, Lazio, Genoa. Dodici punti che la Juve ha praticamente messo nel gap che la divide dagli azzurri (10 sono i punti di differenza tra Juve e Napoli).

Nella Serie A odierna vincere con costanza contro squadre medio-piccole conta molto di più che vincere gli scontri diretti in classifica (la Juve ad esempio è caduta sia con Inter che con Milan).

GLI ERRORI COLLATERALI: GESTIONE INADEGUATA DELLA COMUNICAZIONE

Tante volte nel folto vespaio di social network e chiacchiere da bar si sente la frase: “Sono i giocatori a scendere in campo, sono loro che devono vincere”. Tutto giusto, o meglio tutto troppo facile. I campionati si vincono anche in sala stampa, si vincono anche con una gestione adeguata dei mezzi di comunicazione, che devono servire a sostenere la squadra e non a minarne le consapevolezze, ad essere un’arma e non qualcosa da cui ci si deve guardare impauriti.

Chi ha saputo usare bene i mezzi di stampa e social network – ancora loro – ha puntualmente vinto anche sul campo. La Roma, con Spalletti ha iniziato una guerra senza frontiere contro i giornalisti, vedendo fantasmi ovunque che forse lo porteranno ad abbandonare un progetto pure interessante  e ben avviato.

Il presidente De Laurentiis, con dichiarazioni fuori controllo, ha tagliato le gambe a una squadra che aveva comunque ben figurato in un calderone come il Santiago Bernabeu ed ha proseguito l’escalation degli errori con un silenzio stampa inutile e deleterio.

La Juve, quella tanto odiata e vituperata dalle inseguitrici, forse a volte può servire anche da modello: Napoli se non puoi batterla, imitala!

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