De Laurentiis: “Battere il Real sarebbe un atto eroico! Higuain? Avevamo l’accordo, ma lui non voleva più un compagno. Sarri un grande, lo convinsi io a cambiare modulo”

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha parlato ai microfoni di Bein Sport rilasciando una lunga intervista dove si è soffermato sulla sfida al Real Madrid, sul duello con la Juventus ma sopratutto su Gonzalo Higuain. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione.

INGRESSO NEL CALCIO – È complesso spiegare perché sono entrato nel mondo del calcio. Tutti sono estremamente tifosi, io lo sono diventato. Ho capito la filosofia del calcio attraverso la filosofia napoletana, uno stile di vita tutto particolare. Nel 2004 mentre ero a Los Angeles e stavo finendo un film con Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow e Jude Law. Finimmo di girare a settembre e io venni a Capri. Aprendo i giornali vidi una cosa incredibile, che il calcio Napoli non esisteva più. ‘Ma come, la squadra famosa in tutto il mondo grazie al suo ambasciatore Maradona non esiste più?‘. Mi sembrava un incubo. E allora mi sono subito informato con i miei avvocati, c’erano dei pretendenti che volevano comprare la squadra. Non sapevo che non essendoci più mi avrebbero fatto partire dalle serie basse, pensavo che si ripartisse subito alla grande. Pagai i 32 mln di euro e mi diedero un pezzo di carta. E dove erano i giocatori? La squadra? Il centro sportivo? Lo stadio di proprietà? Mi dissero che quella era una città ferita a morte, una città piegata su se stessa, dove lo stadio appartiene al comune ed il Comune sono 30 anni che non fa un lavoro nello stadio. Mi dissero che mi sarebbero venuti incontro facendomi partire dalla Serie C invece che dalla Serie D. Cosi cominciò la mia esperienza. Da Hollywood comincia ad andare su tutti i campi di serie C, tutti io paesini dove tutti mi volevano ammazzare. Mi dovevo chiudere negli spogliatoi perché avevamo gli sputi sulla testa. Galliani mi prestò due calciatori, uno si chiama Abate che milita ancora nel Milan.

SUL REAL MADRID – Ho giocato contro il Barcellona nel famoso ‘Torneo Gamper’, una seconda volta a Ginevra d’estate. Non mi era mai capitato di giocare contro il Real Madrid. Secondo me nessuna squadra è imbattibile, sono molto le circostanze che determinano il risultato della partita. Il Napoli è cresciuto molto in questo anni. Siamo l’unica squadra italiana che da sette anni gioca in Europa, mentre credo che per la Juventus siano cinque anni. Il fatturato che fa il Napoli è forse un quarto di Real Madrid, Manchester City o Manchester United. Al di là del fatto che poi molto spesso i proprietari di queste squadra hanno caratteristiche diverse.

SUI TIFOSI – Pretendono di dire la loro. Hanno un concetto che appartiene all’antichità, cantano ‘il calcio siamo noi’. Io lo capisco, anche io al posto loro direi cosi. Però il calcio moderno non si basa più sui 10-20 mila frequentatori dello stadio assidui che vengono sempre. Noi abbiamo 4 milioni e mezzo di tifosi in Italia ed altrettanti nel mondo, e vogliamo dire che tra questi tifosi quelli veri sono soltanto due milioni? Ormai con la nuova tecnologia lo stadio si è virtualizzato. I giovanissimi che sono abituati a giocare sul web con i computer, non hanno quella capacità di resistenza per un’ora e quarantacinque compreso l’intervallo. Vogliono vedere le sintesi, vogliono interagire. E per farlo vogliono degli strumenti tecnologici adatti. Il mondo del calcio e dei tifosi è in grande trasformazione anche gli stadi di calcio che una volta venivano concepiti come l’Allianz Arena o i grandi stadi inglesi non hanno più senso, perché noi tra dieci anni avremo stadi da 10-15-20 mila posti.

ANCORA SUL REAL MADRID – Credo che tutte le squadre debbano temere la squadra rivale. Il Napoli ha più fame del Real Madrid che ha vinto di tutto e di più. Se il Real Madrid dovesse perdere lo scettro, non sarebbe un dramma. Per il Napoli vincere sarebbe un atto eroico, ci sono partite che valgono più di un campionato o tutta la competizione. I ragazzi saranno carichi di entusiasmo, il pubblico ci accompagnerà. I tifosi saranno alle stelle ed è quello che mi fa piacere. Regalare sogni è quello che viene nel mio Dna da produttore cinematografico. Cristiano Ronaldo? Anche all’Europeo ha dimostrato di essere un fuoriclasse, se non ci fosse sarebbe il top per noi (ride, ndr).

SULLA JUVENTUS – Inutile parlare di loro. Hanno il fatturato più alto d’Italia e la loro identità si impersona in quella degli Agnelli che hanno la volontà di vincere a tutti costi. L’anno scorso siamo andanti vicini a vincere lo Scudetto, loro erano partiti male ma alla fine hanno vinto. Quest’anno anche senza Higuain siamo più forti. Il nostro mister ha capito che piuttosto che puntare su un singolo si deve puntare sulla forza del collettivo. Milik aveva sostituito il Pipita, poi è arrivato l’infortunio. Incredibilmente, però, questo è stato un vantaggio. Siamo riusciti a sfruttare la forza di tutti i calciatori. Forse con Milik avremmo commesso l’errore di considerarlo un sostituto che potesse darci ciò che ha fatto Higuain.

SU HIGUAIN – Ha una famiglia straordinaria, divisa in due bilance: una bilancia che è più sentimentale, rappresentata dal papà e dallo stesso Higuain. Ed una bilancia più commerciale rappresentata dalla mamma e dal figlio Nicolas. Ci siamo incontrati con papà e Nicolas esattamente nella stessa postazione dove abbiamo fatto il primo contratto: cioè all’aeroporto di Venezia. In estate gli feci la proposta di innalzamento del contratto con uno stipendio già alto. Tant’è che di fronte alla mia proposta il papà ed il fratello si ritenevano sufficientemente soddisfatti, ed abbiamo rimandato alle settimane successive la definizione cartacea di questa prosecuzione. Il contratto non era finito, mancavano ancora due anni. Le priorità in una giornata di lavoro non sono solo Gonzalo Higuain, ma ce ne sono migliaia. A più riprese abbiamo contattato il signor Nicolas, e lui verso il mese di gennaio ha cominciato a dire ‘tu non hai una squadra forte‘, allora io rispondevo sempre ‘è strano, tu non hai fiducia in tuo fratello e lo offendi‘. Lui mi disse ‘no ma lui non vuole giocare con tizio‘ ed era un giocatore straniero che sta militando ancora con noi e sta lavorando benissimo. Allora gli dissi ‘tu credi che il giocatore faccia il risultato?‘, tanto è vero che il Leicester ha battuto in Inghilterra squadra con i giocatori più forti. Sembrava che lui volesse avere una squadra di star piuttosto che stare in una squadra dove io ho sempre detto che dovevamo scoprire nuovi talenti, scoprendo nuovi giocatori. Alla fine gli offrì molto più di quello che percepisce dalla Juventus, ma è andato lì. Probabilmente ha considerato l’età e giocare in una squadra dove poter essere la prima donna di uno Scudetto, o vincendo anche in Champions. Io glielo auguro, dopo averlo augurato a me ovviamente.

SULLO STADIO – Non voglio andare allo stadio perché è fatiscente. Ho detto che lo stadio è una toilette sporchissima, utilizzando un termine molto più volgare.

SU SARRI – Quando io ho scelto Maurizio Sarri c’è stata la rivoluzione in città. Quando non abbiamo fatto risultato per le prime partite, lui venne da me e mi disse ‘presidente, io gliel’avevo detto: le prime sei-sette partite le perdo sempre‘. Poi gli dissi che doveva cambiare modulo, ed insieme al direttore sportivo siamo andati a convincerlo che doveva passare al 4-3-3, anche perché qui non hai il trequartista come ad Empoli. E lui molto carinamente e molto intelligentemente si è messo a giocare con il 4-3-3 che non utilizzava ad Empoli ed ha cominciato a vincerle tutte una dopo l’altra. Con Maurizio Sarri c’è una forte sintonia. Lui è uno stakanovista ma ha in testa solo il calcio, non pensa alla moglie o agli amici, pensa solo al calcio. Per lui è una piacevole tortura.

SU MARADONA – Deve risolvere il suo problema con l’ufficio imposte italiano. Se io faccio un contratto a Maradona lo pago, ma per il fisco italiano divento anche io passibile e perseguibile. Praticamente un fuorilegge. Allora bisogna che Maradona risolva il suo problema con lo stato italiano. Una volta che avrà risolto questo suo problema, per cui non gli sequestreranno più orecchini o orologi, mi piacerebbe fare tanti Napoli nel mondo tutti guidati come creatività da Maradona.

CALCIATORI-ATTORI Scelsi Higuain per un film, soltanto che in tuffo a Capri si spaccò un zigomo e dovetti sostituirlo con Pepe Reina, che è un grandissimo attore. Se dovessi fare un film sul calcio mi piacerebbe la storia di Messi. Prenderei stesso lui come attore, in modo che la racconti. Impossibilitato da piccolo è diventato poi il più grande, dal suo impegno è nato il suo successo. Davvero una storia meravigliosa da raccontare in un film.

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