Due anni senza Pino: quella napoletanità verace che non muore mai. Più forte del tempo e delle distanze

Il tempo passa e niente e nessuno può riportarlo indietro. Nella realtà i nastri non si riavvolgono: purtroppo, verrebbe da dire. Oggi sono esattamente due anni da quella fredda notte di gennaio. Dal cielo di Napoli cadeva una delle stelle più belle, rare e preziose: due anni fa moriva Pino Daniele.

Due anni senza Pino: senza quegli occhi, senza quello sguardo, senza quella voce capace di conquistare e mettere d’accordo tutti. Due anni senza un pezzo d’anima, un poeta capace di toccare le corde del cuore. Una parte di noi: ecco cosa è stato, e cos’è ancora oggi Pino Daniele. Per ogni napoletano ed in particolar modo per chi ne apprezzava lo stile, lo spirito, le canzoni, talvolta poesie. Un ricordo indelebile di un uomo in blues capace di raccontare veramente, con una passione viscerale, pregi e difetti, contraddizioni e segreti di una Napoli che ha saputo raccontare come nessun altro, tra mille culure e mille paure, e che a sua volta lo ha amato e che ha ricevuto da lui lo stesso trattamento ad ogni latitudine, in ogni angolo del mondo.

Pino Daniele era e resta Napoli, un pezzo di quella terra sua e nostra che ancora oggi ci ricorda che siamo tutti accomunati da una unica, grande fortuna: quella di essere napoletani, figli del Vesuvio. Pino Daniele era capace di raggiungere sentieri inesplorati, mete solo immaginate e di trascinarci, con la sua voce, con le sue parole, in un’altra dimensione. Pino Daniele era ed è l’arte nel senso pieno della parola: quella romantica, sentita, tormentata, quella che vive di luce propria e non ha bisogno di altri per splendere. Pino Daniele era ed è il simbolo di una napoletanità verace, sentita forte come tratto distintivo dell’anima. Pino Daniele era ed è il nostro compagno di viaggio, quello che ci dà risposte anche quando risposte non ce ne sono ed i dubbi, gli interrogativi, le paure sono troppe.

Pino Daniele era ed è colui che ci ricorda che anche con le mani in tasca ognuno di noi “putesse essere allero”; è colui che ci ricorda un mantra universale che spiega la vita in poche, ma mai banali, parole: ‘je so pazz e non ce scassate ‘o…” a voi l’onere di completare il verso; è colui che ‘quanno chiove’ ci sorride, è colui che ‘ogni scarrafone è bello ‘a mamma soje’. Insomma, Pino Daniele è la parte di noi che più amiamo, quella segreta, che custodiamo con gelosia e ammirazione. Due anni dopo, Pino Daniele è ancora qui. Due anni dopo la sua voce è ancora viva, la sua musica suona ancora. E sarà così per sempre. Proprio come quello scugnizzo che ha raccontato, per più di trent’anni, l’orgoglio di essere figli di questa terra unica.

Ciao Pino, ovunque tu sia. Per sempre, si sa, nero a metà.

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