Memphis Depay: la sua storia, i pro e i contro di un possibile ingaggio del “ribelle” olandese

Non deve essere stata facile l’infanzia per Memphis Depay: il ragazzo nasce a Moordrecht in Olanda il 13 febbraio 1994, ma a soli 4 anni viene abbandonato dal padre. Il signor Depay infatti nel 1998 chiede il divorzio dalla moglie, esce di casa e decide di ritornare in patria, in Ghana. Memphis (ah, perché il cognome Depay lo rinnegherà, visto che è del padre) cresce solo con la madre ed i nonni materni, dato che quelli paterni spariranno al pari del padre. Rimarrà per sempre segnato da questa storia, ma per sua fortuna riuscirà a trovare sollievo nel mondo del calcio. Inizia nelle giovanili del Moordrecht per poi passare allo Sparta Rotterdam. Nel 2006 lo nota il PSV Eindhoven che rimane magneticamente affascinato dal calciatore; al momento della consegna delle casacche vede scritto sulla maglia il cognome, Depay per l’appunto, accanto al numero 22. No, non se ne parla: “Niente Depay, Memphis”, dirà. Da lì a qualche anno ci sarà anche un intreccio con il folletto del Napoli, Dries Mertens. Sei anni dopo infatti, esattamente il 18 marzo 2012, subentra proprio all’ala di Leuven ed al minuto 85 sigla la sua prima rete in campionato. Il belga approderà in Italia anche perché la dirigenza olandese aveva iniziato a puntare seriamente sul classe ’94. È l’inizio dell’ascesa, di un calciatore che con la maglia olandese siglerà 50 gol e 29 assist in 124 presenze. Il futuro si prospettava (magari si prospetta ancora, vista l’età) davvero radioso, ma il passaggio al Manchester United ha decisamente fermato la crescita del giocatore. Il Napoli lo segue, è interessato, ma la trattativa è piuttosto articolata.

Perché no. In primo luogo è giusto premettere che il calciatore in Inghilterra non ha un futuro lungo: il tecnico Mourinho non stravede per lui, ma Memphis ha estimatori in tutto il mondo, Italia compresa. Il giocatore ha un contratto in scadenza il 30 giugno 2019 e la base d’asta è di minimo 25 milioni di euro. Il problema dei Red Devils non è certamente di natura economica, visto che la famiglia Glazer (proprietaria del club) è tra le più ricche del mondo del calcio; difficile dunque ottenere uno sconto sul calciatore, considerando che lo United ha memphis-depay-olanda-2014-2015-538x358speso 34 milioni di euro per accaparrarselo. Il secondo problema è di natura squisitamente economica: Depay ha un accordo di sponsorizzazione commerciale con una famosissima marca americana, ma è nota la politica del presidente De Laurentiis sulla questione. Ci sarà da lavorare per trovare un eventuale punto di incontro. Senza dimenticare l’ingaggio: Memphis guadagna 5.6 milioni di euro a stagione. La terza ragione concerne la “concorrenza”: il classe ’94 predilige partire dalla sinistra per concludere con il suo proverbiale destro, ma su quella fascia il Napoli ha già Mertens e Lorenzo Insigne; piuttosto arduo dunque ipotizzare che l’olandese diventi la terza scelta sulla corsia laterale mancina.

Perché sì. L’età: è un calciatore che, nel momento in cui si scrive, ha 22 anni. Ha la stessa età di Milik, per intenderci (ci sono 15 giorni di differenza): e, al pari del polacco, ha dei margini di miglioramento imbarazzanti. Vederlo giocare è una gioia per gli occhi, non gli manca nulla, checché se ne dica: tiro, visione, dribbling, freddezza. Inoltre, è un abilissimo battitore di calci di punizione: aspetto in cui, dati alla mano, il Napoli non eccelle. In più ha anche grande versatilità: si è ricordato che preferisce partire dalla sinistra, ma non disdegna il ruolo di esterno destro o di seconda punta. Il calciatore, pur avendo il padre ghanese, ha scelto la nazionalità olandese, dunque non ci sarebbero problemi con lo status di extracomunitario.

Insomma, Depay potrebbe essere un colpo di gioventù, un giocatore che possa far proseguire quella linea giovane che i partenopei stanno solcando. È un treno che è fermo in attesa di essere preso, ma non si sa per quanto: bisogna essere bravi a non farselo scappare.

Francesco Vassura

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