Vergogna a Istanbul, la denuncia shock dei tifosi azzurri: “Fermati e poi derubati, la polizia ci guardava con aria di sfida!”

Non è stata una partita facile, sotto tutti i punti di vista. La trasferta ad Istanbul, per seguire il Napoli, alla fine si è rivelata essere una vera e propria Odissea per quei tifosi azzurri che hanno subito le angherie dei tifosi locali e della polizia. L’edizione online del Mattino rivela succulenti retroscena su quanto effettivamente accaduto nel pre e nel post partita alla Vodafone Arena e nei dintorni dello stadio che ospita le gare interne del Besiktas.

Fermati, costretti a svuotare le tasche e a consegnare oggetti personali, denaro e persino cinture e sigarette, e alla fine derubati. Poi la grave aggressione al tifoso accoltellato ad una gamba. Sono passati pochi giorni ma i dettagli inquietanti non mancano di certo e l’orrore cresce, a pensare che questo modus operandi è proprio delle forze dell’ordine turche, in particolare della polizia. A denunciare i fatti sono stati alcuni tifosi, che hanno accusato la polizia locale di aver loro rubato persino delle somme di denaro: “Appena arrivati in aeroporto, abbiamo subito intuito l’ostilità della polizia locale – racconta Gennaro, tifoso azzurro residente nella zona di Capodimonte – poi il tutto è continuato fuori allo stadio, dove siamo stati praticamente sequestrati, perquisiti, sottoposti ad interrogatori veri e propri, alla stregua di terroristi”.

Nella metropolitana, poi, gli scontri con la polizia. Presente Paolo, fedelissimo tifoso azzurro di trentuno anni: “La stazione era piena di agenti, anche in borghese. Aggredito il nostro amico, nessuno ha besiktasmosso ciglio. Siamo stati sottoposti a controlli rigidissimi, ci hanno fatto svuotare le tasche e riporre i nostri oggetti in una cassettina trasparente: abbiamo lasciato tutto, dalle sigarette ai soldi! Hanno poi sfilato le cinture, dicendogli che ci sarebbe stato tutto restituito allo stadio. Alla fine, sugli spalti, gli stessi poliziotti fumavano le nostre sigarette e ci guardavano con aria di sfida”. Infine l’episodio, quasi da ciliegina sulla torta, a fine match: “Non abbiamo più trovato i nostri effetti personali, finanche i soldi! Alcuni di noi ci hanno rimesso anche le cinture”. Una storia paradossale scoppiata anche in seguito al divieto della polizia turca che non ha permesso ai colleghi italiani di scortare i tifosi per la trasferta turca.

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