Insigne, un’estate difficile e la precarietà. Dal Napoli alla Nazionale

La delusione, un velo di tristezza che attanaglie idee e le gambe, anche quelle, fino a far mancare risposte da sempre ritenute naturali. Figlie dell’estro che è genetica. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport si sofferma sul periodo complesso di Lorenzo Insigne definito: “Fuori dalla Nazionale. Precario nel Napoli”. Una fotografia che rispecchia il primo scorcio di stagione del classe ’91 di Frattamaggiore.

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Pochi mesi e tutto è cambiato, radicalmente. La migliore stagione in carriera – 13 reti e 11 assist a referto – ormai lontana anni luce, quasi un flebile ricordo. Gerarchie completamente ribaltate e la Nazionale, conquistata contro le reticenze di Antonio Conte in estate, che appare un miraggio. Lecito pensare che qualcosa si sia incrinato, a monte, e secondo la rosea tutto parte dai colloqui interlocutori di Dimaro. Tempo di rinnovi per tanti elementi importanti della rosa, tra questi anche l’ex pupillo di Zeman a Foggia e Pescara, ma un approccio al tavolo delle trattative ben diverso. Circa 4 mln annui la richiesta del giocatore, 2,5 mln l’offerta azzurra. Con il patron Aurelio De Laurentiis, si legge, persino risentito dell’esosa richiesta. Uno smacco per Lorenzo, che auspicava un trattamento diverso, lui che su tutti punta a cucirsi l’azzurro addosso per non abbandonarlo mai più. Tra le molteplici sfumature un’unica tonalità, un’unica carriera.

Da lì tutto un declino, gerarchie – come già accennate – sconvolte dalle fondamenta. Dries Mertens deciso a vivere la stagione della vera consacrazione in riva al Golfo. Non più arma a gara in corso, decisivo. Sempre. E parlano i numeri: 4 goal e 3 assist per il belga, quattro passaggi decisivi e nessuna gioia sotto rete per il numero 24. E la gestione di Maurizio Sarri, proprio lui che solo l’anno scorso concedeva ad Insigne un minutaggio nettamente superiore al classe ’87 di Leuven. Ora nei match decisivi, i galloni da titolare sono sempre appannaggio dell’ex Psv, un dato con il quale è impossibile non confrontarsi. Difficoltà che si propagano anche in tema Nazionale, un contesto al quale Insigne non ha mai nascosto di tenere. Ventura al momento non l’ha mai preso in considerazione. Valutazioni tattiche ma anche riferite ad un rendimento ancora lontano dai livelli nelle corde del maggior talento che il vivaio azzurro abbia sfornato sotto la gestione De Laurentiis. Ma in fondo tutto, proprio tutto, sta a lui. Ritrovare se stesso per conquistare ciò che ha perduto. Per Insigne, in fondo, non esistono alternative.

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