“Stiamo su, andiamo a prenderli!”. Il monito di Sarri e quegli errori da non commettere più: le partite si devono chiudere

“Stiamo alti, andiamo a prenderli, non facciamoli giocare” – firmato Maurizio Sarri. Depositario del messaggio Manolo Gabbiadini, nel momento di entrare in campo al posto di Milik. Minuto ottantadue, il Napoli conduce in scioltezza sulla Dinamo Kiev che è in dieci ma non demorde ed anzi, si tuffa in avanti. Jorginho e compagni continuano a gestire, il palleggio è nelle loro corde ed è un marchio di fabbrica, non l’unico s’intende, del gioco azzurro. In panchina però qualcuno non è d’accordo e quel qualcuno è il tecnico Sarri che poi, nel dopo gara, insiste molto sull’atteggiamento, troppo lezioso è il caso di dire, visto in campo.

GIOCARE SEMPRE – Un atteggiamento, dicevamo, che non ha convinto il tecnico perché, quando il Napoli rinuncia a giocare, le cose possono inutilmente complicarsi. E si sarebbero inutilmente complicate anche ieri sera, quando la Dinamo Kiev, seppur in dieci, non ha rinunciato ad attaccare gli azzurri alla ricerca disperata del pareggio che avrebbe vanificato tutto gli sforzi degli azzurri. Non sempre si può vincere giocando bene, questo è scontato, lo sa lo stesso Sarri, che ha anche ammesso di essersi divertito poco perché il calcio espresso non è stato lo stesso di sempre, quello pimpante, veloce, fatto di tocchi e devoto all’attacco. Però, è ovvio, non si può pretendere tutto perché talvolta certi risultati contano più della prestazione: attenti, però, a non abbassare mai la guardia perché un certo modo di gestire le partite non si sposa bene con le caratteristiche, individuali e _sb_9534-sitodi squadra, degli azzurri. E ci sono esempi concreti di ciò: quando il Napoli si limita a gestire inevitabilmente risulta esserci un crollo e una roccaforte insuperabile, d’improvviso, può diventare vulnerabile fin oltre il dovuto. Un esempio è la partita contro la Juventus dello scorso tredici febbraio, quella che de facto consegnò il tricolore ai bianconeri.

PREOCCUPAZIONI – Da Kiev il Napoli torna con tre punti, il sorriso, per tre punti guadagnati con fatica contro un avversario tutt’altro che leggero. Però Sarri riparte con qualche preoccupazione, da perfezionista qual è: certi errori, o meglio, determinati atteggiamenti in campo non vanno ripetuti, nemmeno pensati. È quello che avrà detto ai suoi, negli spogliatoi. È quello che i suoi gli avranno confessato, consapevoli della prestazione e soprattutto dei rischi che si sono assunti. Una piccola leggerezza che, a fronte di tre, pesantissimi punti, il tecnico ha concesso, prima di rimettere tutti sull’attenti. L’imperativo è che tutto ciò non dovrà più accadere. E come dare torto a Sarri? Perché, talvolta, per sprecare una gara già vinta non ci vuole niente. Appunto, una distrazione o un calo, fisico e mentale. Rischi che questo Napoli non può di certo correre.

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