Il paradosso Higuain: e se la cessione del Pipita si rivelasse un punto a favore per il progetto Napoli?

Trentasei gol non li dimentichi così dalla sera alla mattina: non sarà stato lo stesso per Gonzalo Higuain, recordman e neo core ‘ngrato per tutti i napoletani. Il suo trasferimento alla Juventus, calcisticamente la rivale per antonomasia, ha fatto rumore e creato malcontento, soprattutto quello scetticismo che, da qualche anno a questa parte, accompagna ogni principio di campionato del Napoli. Lo scorso anno il centro della questione fu Maurizio Sarri: per i più non era all’altezza di una piazza come quella azzurra. Sappiamo poi come è andata a finire: applausi a scena aperta, altro che scuse. Quest’anno tiene, e terrà, banco la questione Higuain: il Napoli senza di lui esce indebolito, la squadra faticherà, all’altezza del Pipita, oggi come oggi, nessuno.

Ebbene, il caso Higuain potrebbe presto diventare un paradosso: esattamente, un paradosso. Esattamente come Maurizio Sarri lo scorso anno, in questa stagione potrebbe avvenire l’inverno: far ricredere gli scettici sul valore di questo Napoli privato del Pipita. Ebbene la cessione dell’argentino alla lunga potràreina mertens albiol napoli monaco rivelarsi un punto a favore non solo dell’attuale collettivo, ma anche dell’intero progetto Napoli, soprattutto per costi ed esborsi. Anzitutto perché la cessione di un attaccante così importante può essere uno stimolo ulteriore per due giovani, ancora, come Milik e Gabbiadini: la convivenza tra i due può essere un vantaggio per Maurizio Sarri. Imprevedibilità, talento, voglia di sfondare. Uno stimolo ulteriore, insomma, per fare meglio.

Poi viene il resto del collettivo: contro il Monaco, fermo restando che si parla di calcio d’agosto, qualcosa si è visto. Una squadra ancora più partecipe, che sente suoi, giorno dopo giorno, sempre meglio, i dogmi del tecnico e dei suoi collaborati. Un gruppo ancora più affiatato e compatto, maggiormente protagonista rispetto allo scorso anno dove c’è stato sì un salto di qualità ma limitato dall’esplosione dell’ex nove azzurro. Il Napoli può crescere, da un punto di vista di risultati e di gioco, da un punto di vista mentale ed anche societario: continuando, cioè, con la linea verde, con investimenti mirati che guardino alle casse e che non prevedano dissanguamenti eccessivi. Perché, in fondo, un progetto di qualità non si misura in base, o meglio non solo, ai nomi che vi orbitano intorno.

E poi, dopo lo sgarbo del Pipita, siete sicuri che gli azzurri non tirino fuori il doppio degli attributi per dimostrare, a tutti, una volta e per tutte, che Napoli non è una meta di passaggio ma un posto dove, da protagonisti, si può costruire e vincere veramente?

GENNARO DONNARUMMA

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