Vero: tocca ancora conquistarsela. Però il grosso è fatto, e allora ci piace anche viaggiare veloci con la fantasia. Da queste parti si è così: sognare innanzitutto, poi si bada al concreto. Perché uscire dagli schemi è tanto tipico quanto non scontato. E Sarri l’ha capito subito, e forse ancor prima. Così, tra tattica, fiato e poesia calcistica, ha costruito la strada per le notti europee. Pronte a tornare, ad illuminare ad essere nuovamente vissute dal popolo azzurro. Con quell’inno, con quell’adrenalina, con quella passione, solo da buttar fuori.
Ah, ovviamente il contorno è importante. Però poi, ed è forse la parte fondamentale, serve giocare. Ma senza paura, neanche un po’. Un motivo? Ve ne diamo tre: li abbiamo cavati da questa – comunque vada a finire – importante stagione. E speriamo che il mercato non li stravolga…
#1 GIOCO EUROPEO
Settantadue gol fatti, miglior attacco della A. E poi: 25 occasioni create proprio contro il Bologna, tanto possesso e tanto bel gioco. Come si va avanti in Europa? Di fortuna, principalmente. Tuttavia, il talento diventa condizione necessaria e fondamentale per costruirsela. Ecco: il Napoli ne ha, e da vendere. Ma non solo: perché oltre alla solita ressa in avanti, c’è un lavoro capillare lungo tutto il campo, da parte di tutti gli undici effettivi. Dalle incursioni di Hamsik all’aiuto infinito di Allan, passando per il duo difensivo tornato finalmente solido. Primo punto: gioco europeo. Senza alcun timore reverenziale, riproporlo nelle notti di gala potrebbe davvero fare la differenza.
#2 BOMBER INTERNAZIONALE
Oh, quando parlavamo di mercato e di presunti stravolgimenti, intendevamo proprio questo. Che fine farà il Pipita? Vada come vada, lui starà economicamente e mentalmente a posto. Certo, sperare che resti in zona non è affatto utopistico. Con una Champions da vivere da protagonisti, lo è ancor meno. Sì, perché dovrà essere necessariamente lui il perno da cui ripartire nelle scampagnate europee: il bomber di razza, l’uomo dai gol pesanti, l’anima a cui appigliarsi quando si sarà in evidente debito d’esperienza. Dovesse rimanere, perché non sognare in una grande campagna europea?
#3 BOLGIA
San Paolo dentro e fuori le mura. Chi dice che il tifo non conti nelle grandi partite dovrà andarsi a rinfrescare le ultime imprese europee di Siviglia, Dnipro e della Juventus stessa. La bolgia è tanto fondamentale quanto le due aree di rigore, quanto l’arbitro e quanto il pallone stesso. Insomma: non è un ‘di più’. Ma un vero elemento che può solo giovare. Ma non toccherà essere solo caldi: troppo facile. Servirà dare una buona lezione di civiltà, sotto ogni punto di vista. Anche così si può fare un’ottima Champions: non deludendo le attese. Di nessuno.
Cristiano Corbo