Uniti si può vincere ancora

Il Napoli cade alla Dacia Arena, cade sotto i colpi della pressione asfissiante e di un sistema che stenta a tutelare chi prova a cambiare la storia. Ad Udine si è scritta una pagina triste per gli azzurri, una delle peggiori degli ultimi anni, complici la stanchezza mentale provocata da una Juventus instancabile, la forma fisica non ideale, e quella mentalità tanto invocata, che forse, in realtà ancora non possiede.

Ma al peggio non c’è mai fine e come se non bastasse Higuain tira fuori la rabbia accumulata in mesi e mesi di rincorsa estenuante, cadendo nel tranello dei difensori avversari  e terminando anzitempo il match. In un solo colpo il Napoli vede allontanarsi la vetta (forse irrimediabilmente) e perdere il suo uomo simbolo, quel numero 9 che ancora una volta era riuscito da solo a mantenere a galla i compagni.

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Sembrerebbe tutto da buttare, e invece non è così: quando Irrati estrae il rosso, El Pipita è una furia, vorrebbe spaccare il mondo, gridare a tutti che un’ingiustizia tale non può essere tollerata, ma viene fermato dai suoi compagni che provano ad allontanarlo, a calmarlo, ad evitare il peggio. Ecco, questo è il momento chiave della giornata: Gabbiadini (eterna riserva) avvolge Higuain, poi sopraggiungono Mertens e ancora Koulibaly formando un abbraccio collettivo dal sapore fraterno.

In quell’incrocio di braccia c’è ben più di un semplice “stai tranquillo”, c’è la consapevolezza di essere un gruppo, una famiglia. C’è il pensiero che un calciatore come lui difficilmente passerà ancora per la Serie A, c’è la paura che qualcuno voglia rovinare quanto di meraviglioso sia stato creato in questi otto mesi, c’è la voglia di rimanere coesi anche quando tutto ormai sembra essere perduto.

Un abbraccio è esprimere la propria esistenza a chi ci sta accanto, qualsiasi cosa accada, nella gioia e nel dolore“.

Così recitava il grande Pablo Neruda, e allora forse vale la pena soffermarci per un attimo su questo gesto, così semplice ma così intenso: vale la pena lottare ancora e puntare forte sull’unione di questo magnifico gruppo, vale la pena continuare ad aggredire ogni singolo minuto di ogni singola partita da qui a fine campionato, la storia e l’aritmetica impongono di provarci, abbandonare la nave adesso sarebbe il più grave degli errori. L’unione fa la forza, e se per questo anno non basterà, sarà la base di partenza per riprovarci l’anno prossimo. 

Vincenzo Palomba

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