L’agente del talento Riccardo Conte a SN: “Cresciuto con la palla tra i piedi, ha colpito Sarri. Sogna il San Paolo”

Otto minuti sono un lasso di tempo veramente breve in cui, però, possono cambiare tante cose. E Riccardo Conte, talento del settore giovanile del Napoli, lo sa meglio di chiunque altro: in otto minuti, insomma, lui è riuscito a realizzare un sogno. È il ventisette febbraio e a Sant’Antimo arriva il Lanciano: i ragazzi di Saurini stravincono per 6-0, l’ultima rete porta la firma del classe 1999 Conte, non ancora diciassettenne (lo sarà il prossimo giugno, n.d.r), già in Primavera.

Sembra una di quelle storie già sentite, già scritte. È in fondo quella parte romantica che nel calcio non può, non deve mai mancare: il futuro è suo. “Posso dire che il gol non se lo aspettava, il gol all’esordio è stato un qualcosa che ha stupito tutti” – racconta ai microfoni di SpazioNapoli.it  Andrea Tammaro, uno dei rappresentanti della 23 bdc Management, società di procure sportive che cura gli interessi di Conte – “Bagnare il proprio esordio con una rete è fantastico. Dopo il gol non sapeva cosa fare: se abbracciare il mister, i compagni. Alla fine era euforico, ha abbracciato tutti, anche il padre: il gol è stato un gran bel trampolino, è scattata la molla  che gli ha fatto capire definitivamente che il calcio può essere la sua vita”. 

riccardo Conte 2

Un ragazzo che è riuscito a farsi volere bene, con umiltà e tanta voglia di imparare, seguendo i consigli di Saurini e del suo staff: “Riccardo è un ragazzo timido, solo dopo che entra in confidenza con le persone riesce ad aprirsi, quando poi subentra la fiducia. Penso al rapporto con Saurini: all’inizio era timido col mister, poi ha capito di aver trovato un istruttore, un insegnante capace di dargli i consigli giusti per la sua crescita. Quando si apre, Riccardo ti dà tutto. Ha un ottimo rapporto sia con Saurini sia con Chiaiese (il vice di Saurini, n.d.r). Sta imparando tanto, ogni giorno a fine allenamento Saurini si ferma con  Riccardo a parlare, dieci, quindici minuti: è un segnale importante, un ragazzo ha bisogno di fiducia e di persone che puntino su di lui”.

Lo seguono minuziosamente Riccardo, tutti, nessuno escluso, nemmeno i rappresentanti della società che ne cura gli interessi: “Io, Davide Pinto, il dottor Enzo Russo e l’avvocato De Maio seguiamo Riccardo quotidianamente, curiamo tutti nei minimi dettagli per lui, per il suo futuro. Perché la crescita si ha in campo, ma passa anche da fuori”.

Un percorso professionale appena cominciato: le basi ci sono tutte, poi sui dettagli si dovrà lavorare: “Riccardo è dotato di una grande tecnica, con i piedi è perfetto: ama dribblare, ama l’uno contro uno, ha una struttura fisica importante: nonostante i sedici anni è alto circa un metro e ottantacinque ma il fisico non basta. Deve capire, e lo sta facendo, che a calcio si gioca anche con la testa. Deve sviluppare, ancor di più, la cultura del lavoro e del sacrificio, come tanti prima di lui hanno fatto: solo così potrà ottenere grandi risultati. Calcisticamente invece può essere più freddo sotto porta, ha i colpi giusti“. 

“La storia del calcio ricomincia ogni volta che un bambino prende a calci un pallone per strada” , diceva Jorge Luis Borges e questa citazione rispecchia alla perfezione la parabola di Riccardo, che si è innamorato del calcio con semplicità, giocando per strada, tra i vicoli del suo quartiere, con l’oratorio come polo di attrazione, nel Rione Amicizia di Secondigliano: “Quello di Secondigliano è un contesto particolare, Riccardo ha cominciato lì a muovere i primi passi. Lui è il classico talento che comincia a giocare con un Super Santos per strada, come tanti ragazzi. Ha iniziato all’oratorio, fino ai dodici anni non è mai andato in una scuola calcio, poi è arrivata la Nereo Rocco che ha puntato su di lui, la sua carriera è cominciata così: infine il Napoli”. 

Una avventura partita dal basso e che si spera possa portare Riccardo ancora lontano, sempre più in alto. La prima esperienza in azzurro, però, non è andata nel migliore dei modi: “Venendo da una scuola calcio, non era ancora pronto per affrontare un determinato tipo di ambiente. È andato poi a Catania, ma la lontananza da casa, per un ragazzo così giovane, si faceva sentire. Poi è tornato in Campania, all’Ischia ed infine il Napoli ha voluto ripuntare su di lui: per questo si deve ringraziare Gianluca Grava che, con determinazione, ha creduto in lui fin dal primo giorno. Riccardo ha sentito fiducia, è stato motivo di grande orgoglio per lui. Anche Edoardo De Laurentiis ha puntato molto su di lui, Riccardo ha trovato un riferimento nel figlio del patron”. Insomma, in questa seconda avventura in terra partenopea le premesse per fare bene ci sono tutte.

Grava

Perché Riccardo ha sì solo sedici anni ma un piccolo obiettivo lo ha già raggiunto: lo scorso novembre infatti, è stato convocato da Maurizio Sarri per un allenamento con la prima squadra. Lui, a sedici anni, tra tanti campioni, compreso quel Lorenzo Insigne, scugnizzo come lui, che era partito con una valigia piena di sogni e che oggi è una stupenda certezza del Napoli: “Si è allenato a Castel Volturno con i grandi, un’emozione indescrivibile per lui. Posso solo dire che Sarri chiese a Giuntoli di che anno fosse Riccardo, il mister ne è rimasto piacevolmente colpito“.

Il tempo è dalla sua, l’età c’è, la fame e la voglia di emergere sono una marcia in più non indifferente nel calcio moderno e, prima o poi, i frutti verranno raccolti. Per ora Riccardo nella sua valigia ha tanti desideri e lavora sodo per realizzarli: “Uno dei suoi sogni è quello di esordire al San Paolo, magari indossando una maglia da titolare. Grazie alle sue forze potrà realizzare questo desiderio, ce la deve mettere tutta, lui è consapevole che può avverarsi tutto se si lavora con forza e determinazione”.

Un percorso appena cominciato eppure così bello da raccontare e soprattutto da vivere. La scalata di Conte, nel calcio che conta, è appena cominciata e lui, sicuramente, non ha la minima intenzione di fermarsi.

A cura di Gennaro Donnarumma e Vittorio Perrone

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