L’altra Italia gode delle sconfitte azzurre. Ma sarà ancora più bello rialzarsi

Assenza di obiettività. È un dato di fatto, che si amplifica se collegato al calcio. Nello sport, in particolare, l’obiettività è ormai pura fantasia. Sono lontani i tempi della sportività, delle strette di mano e della solidarietà: in Italia come in Europa una rivale resta rivale e se perde tanto di guadagnato. Il fenomeno aumenta se quella rivale si chiama Napoli: allora insorge l’altra Italia, quella che Napoli la odia e non solo dal punto di vista sportivo, in alcuni casi.

Dopo la sconfitta col Villarreal, sui social e per le strade, nei bar, nei locali, tra amici e conoscenti, sembra essere partita una specie di festa: tutti pronti ad esultare, chissà perché. Tutti hanno dimenticato le sorti delle rispettive squadre, i problemi economici, i problemi in classifica. Tutti trasformati in filosofi del pallone e maestri di tattica, tutti capaci di incolpare questo e quell’altro, di giudicare con un mix agghiacciante a metà tra il disprezzo e la soddisfazione. “Siete Higuain dipendenti” – urla qualcuno, “Fa piacere, ve lo meritate” – fa eco qualcun altro, “È finito il carburante, tornate nel dimenticatoio” e via dicendo, senza fine, cadendo nella banalità e nel qualunquismo tipicamente italiani. I commenti ormai arrivano puntuali, nelle ultime settimane: quattro partite senza vincere, tra campionato e coppa, hanno risvegliato anche chi era finito nell’angolino ad assistere, da spettatore, alle gare che altri invece hanno giocato (e vinto) da protagonisti. Perché questo Napoli è troppo bello per quelli che si vergognano comunque, a prescindere, dei napoletani e sono fieri di non essere figli del Vesuvio. Un periodo di calo è stato accolto da scene di giubilo, come quando si festeggia uno scudetto o come quando la propria squadra del cuore raggiunge un importante traguardo. Riccardo Trevisani, nel commentare l’eliminazione di Fiorentina e Napoli dall’Europa League, ha colto nel segno: in Italia si è ancora indietro rispetto ad altre realtà d’Europa e il calcio nostrano continua ad alternare annate positive (come lo scorso anno, con due semifinaliste in Europa League e una in Champions, n.d.r), ad altre estremamente negative come questa, dove la sola certa di continuare in  Europa è la Lazio, al momento, in attesa di Juventus e Roma chiamate all’impresa con Bayern Monaco e Real Madrid. Un tifoso di calcio, in questo caso, supporta le altre italiane. Perché bisognerebbe far notare agli pseudo-intenditori di pallone che se una italiana va male, ne va del Ranking Uefa: due parole che forse pochi capiscono e comprendono. Perché si parla spesso per sentito dire, senza concezione di quel che si sta dicendo, perché tanto alla fine “esce il Napoli e siamo contenti”. Inghilterra e Spagna viaggiano sulle stesse frequenze, l’Italia è spaccata in due: quella napoletana, che supporta i partenopei, che guarda con simpatia a Maurizio Sarri e al calcio espresso dagli azzurri; poi c’è l’altra Italia, quella che gode delle sconfitte e delle battute d’arresto, quella che vuole schiacciare gli azzurri. Quella che, stavolta, si sbaglia.

“Il Napoli credeva di essere il Barcellona: fa ridere” – è uno dei commenti che in realtà più fanno pensare alla mancanza di oggettività, come si diceva sopra. Perché, certo, il Napoli non è il Barcellona anzi, è quanto di più lontano ci sia dal vincente modello catalano. Ma in Italia chi ha giocato, finora, meglio del Napoli? Chi ha raggiunto risultati brillanti con qualità e quantità? Chi ha dominato, sul piano del gioco, in quasi ogni partita? Chi ha perso solo tre gare in campionato? Chi, nelle competizioni europee, non è stato umiliato ma anzi, è uscito a testa alta, per un cross venuto male? Queste cose sono tante, troppe, per essere banalmente dimenticate e lasciate in secondo piano. Invidiano Napoli ed il Napoli perché non hanno quel che hanno i partenopei. Compresa la squadra. Pazzesca, in questa stagione, strabiliante, ma umana. Il calo è evidente e, appunto per obiettività, è da ammettere. Ma, e lo insegna la storia, sul cadavere dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto. Festeggia pure l’altra Italia, ignara di una reazione che arriverà. Sarà più bello rialzarsi e tornare a vincere per questo motivo.

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Gennaro Donnarumma

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