Tutte le strade portano a… Lazio: dalla prima vittoria in campionato alla testa della classifica

Alzi una mano chi il 13 settembre scorso, dopo il pareggio in casa dell’Empoli, avrebbe scommesso un euro sul Napoli capolista in Serie A. Certo, facile parlare con il senno di poi con i partenopei in vetta al campionato e con una stagione che si è ribaltata come la migliore delle omelette francesi, ma quel che sta accadendo a Napoli ha davvero dello straordinario.

CHI MAL COMINCIA… – Sembra passata un’eternità dal Napoli di inizio stagione, capace di racimolare tre punti in due partite, ma si tratta soltanto di qualche mese. La partita della svolta in campionato? Proprio quella contro la Lazio. Allo stadio San Paolo i biancocelesti vennero travolti da una manita scoppiettante e convincente al tempo stesso da parte degli uomini di Sarri. E non si trattava dell’inizio della fine. No, si trattava dell’inizio dell’inizio. Da quella partita la compagine partenopea ha acquisito una maturità, una completezza ed un’organizzazione di gioco da far invidia a molti. Dopo la partita vittoriosa allo stadio Olimpico contro gli uomini di Pioli si potrebbe tracciare un bilancio della stagione degli azzurri, ma è bene non lasciarsi fuorviare solo dai semplici numeri. Quel che conta per i tifosi e l’ambiente è che al momento tutte le altre squadre del campionato vedano il Napoli davanti a loro e che quella ottenuta contro i laziali sia la settima vittoria consecutiva in campionato, con tanto di record eguagliato del Napoli 1987-88. Quello che colpisce invece è la sicurezza che palesano in campo gli uomini di Sarri, la maturità con cui giocano denota una conoscenza reciproca che sembra duri da anni, quando in realtà sono passati cinque mesi dall’inizio del campionato. Un Napoli che gioca con scioltezza, senza farsi prendere dalla fretta, “cattiva consigliera” tuonavano gli antichi. Ed è proprio così: guardando i partenopei si ha la sensazione che il pallone venga quasi attratto magneticamente dai giocatori azzurri, come se gli avversari avessero ben poche possibilità di recuperarlo. Non si sta parlando del celebre Tiki Taka del Barcellona, si intenda, ma sicuramente il bel gioco degli azzurri è sotto gli occhi di tutti.

PARTIRE DALLE BASI – Bel gioco, certo, ma il passo in avanti dei partenopei in questo lasso di tempo è stato la difesa. La cavalcata di Koulibaly al minuto 6 della partita contro la Lazio è l’emblema del momento che sta vivendo il reparto. Cambiano gli interpreti, ma la musica è quella. Prestazione nonostante tutto convincente di Maggio e Strinic, chiamati a sostituire i titolari Hysaj e Ghoulam. Il padrone del reparto è però il difensore franco-senegalese con la maglia numero 26. Pensare che in estate era stata recapitata dalle parti di Castel Volturno un’offerta di 12 milioni di sterline per lui da parte del Norwich, ma il Napoli ha risposto picche. E per fortuna, verrebbe da dire! Il valore di Koulibaly al momento è elevato, elevatissimo, per un difensore che adesso non è più abbagliato dalle luci dell’Olimpico di Torino e da quelle dell’incertezza della scorsa stagione; adesso è un difensore affidabile, capace di tener botta a qualsiasi avversario, che sia rapido e sgusciante oppure potente e prestante fisicamente. E, a proposito di numeri, il Napoli ha la terza miglior difesa del campionato. Non è il massimo, ma perché non guardare il bicchiere mezzo pieno? Napoli dunque che esce dalla sfida dell’Olimpico nella miglior condizione possibile, in attesa della sfida contro il Carpi. Olimpico che invece, come parte della tifoseria che l’ha riempito, è uscito da questa sfida sconfitto, nel morale e non solo nel risultato della partita in sé.

Le polemiche e le decisioni saranno assegnate alle sedi competenti, mentre qui è da lodare il gesto del direttore di gara Irrati, fermo nel sospendere l’incontro dopo i reiterati cori nei confronti dei napoletani. Quel che si può e si deve augurare l’ambiente calcistico italiano è una netta risalita anche perché, se è anche vero che al peggio non c’è mai fine, sembra onestamente difficilmente auspicabile andare più in basso di così.

Francesco Vassura

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