Severgnini rincara la dose: “I cori razzisti di Marassi? Terribili, ma anche il San Paolo fischia gli avversari…”

Da una settimana all’altra la situazione in casa Napoli è fortemente cambiata: alle spalle le polemiche tra Sarri e Mancini, finalmente è tornato il sereno. Dopo scuse e cambi di direzione però, stamane è arrivato puntuale sulle colonne del Corriere della Sera un altro duro editoriale di Beppe Severgnini, che la scorsa settimana aveva appunto attaccato non solo Sarri per le offese al tecnico nerazzurro ma persino Higuain accusato di costanti e vergognose lamentele ed il “San Paolo” reo di fischiare gli avversari.

Oggi si parla di cori beceri razzisti contro Napoli ed i napoletani richiamando in causa proprio l’atteggiamento del pubblico di Fuorigrotta. Ecco gli stralci più importanti sul Corriere della Sera: “Non è solo terribile quello che si urla negli stadi italiani, è anche tristemente antico. La società si muove, cambia. Invece intorno ad un campo di calcio rimane tutto uguale. Ogni tifoseria è pronta ad offendersi per quanto subisce ma giustifica tutto ciò che fa (…). Nessuno pretende che gli stadi siano sale da concerti, nessuno chiede silenzi attenti e commenti forbiti. Ma quello che accade negli stadi d’Italia — quasi tutti — è strabiliante: s’è fermato il tempo. Ecco perché Sarri è stato indotto a urlare quelle frasi a Mancini. Credeva che il campo fosse rimasto una zona franca dove nulla si riferisce, tutto si dimentica. Questo abbiamo scritto giorni fa parlando del Napoli, aggiungendo che la squadra migliore del campionato e la tifoseria più appassionata non hanno bisogno di subissare di fischi gli avversari appena toccano palla. Sono arrivate centinaia di commenti: metà giustificano questa pratica, metà ricordano gli insulti che il Napoli riceve sugli altri campi. Ebbene: degli insulti abbiamo detto all’inizio (vergognosi). Ma i fischi sistematici — di cui il San Paolo ha il primato, certo non l’esclusiva — non ci piacciono. Sostenere la propria squadra non significa disprezzare o umiliare gli ospiti. Uno stadio che fischia ogni possesso di palla avversario dimostra insicurezza, non forza. Proviamo a tifare col cuore e a ragionare con la testa, per una volta: si può fare”.

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