Classe e personalità, soddisfazioni a profusione in terra danese. Il migliore in campo per SpazioNapoli…

Danimarca terra fertile per l’imponente marcia del gruppo di Maurizio Sarri. Il Midtjylland l’ennesima vittima sacrificale di un tragitto che il Napoli percorre a passo cadenzato, irreprensibile. Nove punti su nove a disposizione ed un passaggio del turno ormai ipotecato. Sei cambi a dispetto dell’undici composto da titolarissimi  ed una resa che non sposta minimamente l’asticella di eccellenza palesata nelle ultime prestazioni.

Solidità. Un 1-4 che salvo alcune, minime, incertezze affonda la propria essenza in una retroguardia impeccabile in cui a primeggiare è ancora una volta Kalidou Koulibaly. Indiscutibile il livello, ancora una volta, della gara di Chiriches, impeccabile ogni qual volta chiamato in causa, ma è il franco-senegalese a stupire per la crescente sicurezza con cui interpreta gli ordini dispensati dal tecnico azzurro. L’assist dell’1-0 è pregevolissimo, con un lancio da metà campo a ispirare il vantaggio partenopeo, il guizzo più evidente. il corollario all’ennesima prestazione solida, al limite dell’ingiocabile. Una sicurezza a trascinare l’intero reparto, rude e tecnico allo stesso tempo, il solito, ormai una consuetudine, muro, sul quale ogni affondo danese non può altro che spegnersi. Tutto cementato nell’importantissima chiusura sulla linea al 77′ di gioco.

Incontenibile. A metà campo croce e spartito sono tutte a discrezione del solo, incontenibile interprete. Allan Marques Loureiro, il talismano di Sarri, la conquista insperata per tutti i tifosi azzurri. L’impagabile contributo in fase difensiva è una certezza assodata che nella sfida contro i danesi va, temporaneamente, in ferie. Spazio dunque alla fantasia, all’estro che nel centrocampista scuola carioca scorre a profusione, molto più dell’apporto che chiunque, anche tra gli addetti ai lavori, si sarebbe auspicato al suo approdo alle pendici del  Vesuvio. Allan difende e attacca senza soluzione di continuità, quando affonda è spettacolo, impossibile scorgere un errore nella sua prestazione, sempre proficuo nell’impostare, l’assist in simbiosi col movimento del centravanti l’emblema dell’apporto del numero cinque ex Udinese nella gara in terra danese.

Frecce affilate. Ossequi a Josè Callejon, lesto nel confezionare il vantaggio con un gesto tecnico ragguardevole. Il pallonetto in torsione, al volo, con cui supera Andersen e colpisce cattivo il Midtjylland il momento più esaltante dell’ennesima prestazione solida per il numero sette di Motril. Tutto impreziosito dalla consueta solidità e da una voglia, matta, di griffare la doppietta personale. Desiderio rimasto lì. in canna, tra le parate dell’estremo difensore danese e la poca fortuna, come in occasione della clamorosa traversa su un suo destro a giro. A rubare la scena, però, è il giocatore più in dubbio, l’unico – ad oggi – meno utilizzato nella gestione Sarri. Manolo Gabbiadini è il migliore in campo della sfida di stasera. Sontuoso ed elegante, freddo e imperscrutabile. Nella sua doppietta raccoglie il meglio di quanto il ventitreenne di Calcinate porta in dote nel suo ampissimo repertorio. Prima il movimento da centravanti puro, sul palo lontano, a trafiggere Andersen. A seguire il mancino incantato che prende le coordinate e s’insacca, imparabile. all’incrocio dei pali. Chiude una gara, anche di sacrificio. da esterno d’attacco. Segnali importanti al tecnico, in una stagione in cui l’ex Samp ha molto, tantissimo, da dire. Strizzando l’occhio al futuro azzurro, in ogni tonalità, anche per Euro 2016.

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