“Voglio che il San Paolo sia un inferno”. Sarri invoca la spinta dei 50.000 contro la Fiorentina. E quel sogno del tecnico…

Le porte di un’estate calda, torrida, a spalancare il traguardo di una vita. Dopo anni passati a calcare i polverosi campi di provincia, fino a raggiungere, con pieno titolo e diritto, il calcio che conta. Maurizio Sarri finalmente a Napoli, una chimera rincorsa fin dall’infanzia, unico supporter partenopeo in una Figline Valdarno dove di azzurro c’era solo il cielo, limpido, a stagliarsi impetuoso nei suggestivi panorami toscani.

Il tempio riconquistato. Finalmente Napoli, finalmente il San Paolo, vissuto negli anni solo da tifoso. L’impatto non ha lasciato spazio ai brividi sempre auspicati, al cospetto di una piazza scettica, scottata da un’aura di ridimensionamento mista ad una contestazione ferma nei confronti della società. Un pubblico conquistato passo dopo passo, prestazione dopo prestazione, dopo un primissimo scampolo di stagione difficile. Ai 25.000 contro la Sampdoria sono seguiti i 13.000 fedelissimi ad assistere al pokerissimo contro il Club Brugge. Scetticismo ancora vivido contro la Lazio: solo in 18.000 ad assistere al 5-0 brillante contro i biancocelesti, con i partenopei a riscuotere una pesante rivincita ai danni del gruppo di Pioli. Poi la Juventus ed i 40.000 del San Paolo: Una gara a parte”, parola di Sarri. Una vittoria netta ed un feeling crescente con la piazza, sempre più convinta delle capacità del nuovo condottiero partenopeo. Lo storico 0-4 di San Siro la prova del nove in grado di riaccendere, cocente, la passione. Ora la richiesta, viscerale, dell’ex tecnico dell’Empoli alla vigilia della sfida contro la Fiorentina: “Voglio che il San Paolo sia un inferno”. Sarri chiama, la carica dei 50.000 è pronta a rispondere presente e trascinare gli azzurri alla vittoria. Perché in novanta minuti possono materializzarsi i sogni più reconditi, sopiti: “Per tutta la vita ho sognato di segnare un goal al San Paolo, con i piedi non ero all’altezza. Di testa forse si”. Ad Higuain e compagni il compito di realizzare quel sogno. Ogni boato, ogni esultanza di un San Paolo finalmente ricolmo in ogni ordine di posto, in fondo sarà anche suo.

Edoardo Brancaccio

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