L’impossibilità di essere “normali”: il San Paolo è da rottamare, si aspetta la tragedia?

Lo spettacolo andato in scena l’altro giorno in Consiglio Comunale è stato definito da Aurelio De Laurentiis con un termine che forse più di tutti calza a pennello: “barzelletta”.

Non c’è un sinonimo migliore per rappresentare al meglio quanto tutti i napoletani hanno potuto vedere con i propri occhi; 92 emendamenti presentati alla proposta relativa alla convenzione ponte per lo stadio San Paolo, sono davvero un’infinità. A nulla è valso il richiamo al senso di responsabilità fatto nei giorni precedenti dal Sindaco De Magistris e dall’Assessore Borriello. E fa specie che sia stato proprio il primo cittadino a lasciare l’aula per un impegno precedentemente preso: lasciare l’aula consiliare per un’apparizione in tv non sembra generare quel senso di responsabilità che proprio De Magistris auspicava. Con il suo voto, la convenzione sarebbe passata.

Premessa: è ovvio che l’amministrazione comunale tuteli la città e i cittadini che rappresenta. Ma deve saperlo fare nel modo giusto, cosa che non è accaduta l’altro ieri. Il Napoli, per la stragrande maggioranza dei napoletani, rappresenta un afflato vitale. Napoli si sottrae a tutte le leggi casistiche, persino quelle che vogliono ormai il pubblico virtuale prevaricare su quello reale. No, i napoletani vogliono andare allo stadio, vedere giocare il Napoli dal vivo. Ma sono stanchi: provate a portare la vostra ragazza in curva o nei distinti. Le dovrete fare una raccomandazione: fai pipì a casa, perchè allo stadio, in bagno, non potrai andarci. Provate qualche volta ad alzare gli occhi, sia che siate seduti nell’anello inferiore, sia che vi troviate nell’anello superiore; nel primo caso potrete notare lo stato critico degli intonaci, nel secondo le cupolette della copertura che, o sono mancanti, o rischiano di cadervi in testa. In entrambi i casi, la salute di chi frequenta lo stadio è a grosso rischio. Lo documentammo sul nostro portale un anno fa circa: queste sono le condizioni del San Paolo (CLICCA QUI per leggere).

Condizioni che non avrebbero consentito al Napoli di ottenere la licenza Uefa, concessa poi grazie alla possibilità, eventualmente, di giocare al Barbera di Palermo le partite interne di Europa League.

In Consiglio Comunale invece non si è rinunciato ad una parte dei biglietti omaggio per le gare del Napoli, si voleva imporre a De Laurentiis un prezzo calmierato per le curve nel periodo dei lavori, e tanti altri emendamenti che poco avevano a che fare con l’obiettivo finale. E si tratta solo della convenzione ponte: quando bisognerà votare la concessione pluriennale dell’impianto al Napoli, cosa succederà? O meglio: succederà? Perdonateci, siamo fortemente pessimisti.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

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