E’ un Napoli stupendo, ma ci sono due incognite da affrontare prima di spiccare il volo

La settimana perfetta. Per forza: quando batti Juve e Milan (tra l’altro a domicilio), e in mezzo ci metti anche una vittoria esterna in Europa League, l’umore dell’ambiente non può che essere al settimo cielo.

NIENTE VOLI PINDARICI – Una sola sconfitta, all’esordio con il Sassuolo, tre pareggi con Sampdoria, Empoli e Carpi, e poi 5 vittorie tra campionato ed Europa League. 23 gol fatti in totale e 7 subiti, con un parziale di 1 solo subito in 6 partite (Brugge, Lazio, Carpi, Juventus, Legia Varsavia, Milan). Si può dire serenamente che sono numeri da grande, numeri da squadra che mira molto in alto, in tutte le competizioni in cui è impegnata. Eppure fa bene Maurizio Sarri a continuare a mantenere un profilo basso: “Per me parlare di scudetto è una bestemmia”. Dirlo anche dopo aver asfaltato il Milan in casa sua, può sembrare eccessivo; ma il tecnico azzurro fa bene, non solo per non alimentare false aspettative in un ambiente già molto umorale di suo, ma anche perchè il Napoli può e deve ancora crescere in un aspetto, oltre all’incognita condizione fisica che per un po’ lo accompagnerà.

DANNATE PICCOLE – E’ con loro che gli azzurri, negli anni scorsi, hanno perso tanti, troppi punti, alla fine dei giochi determinanti per raccogliere qualcosa in più in classifica. E il trend sembra confermato anche quest’anno: sconfitta con il Sassuolo, pareggio casalingo con la Samp, pareggi esterni con Empoli e Carpi. Ecco, è da queste partite che il Napoli deve venir fuori meglio; e in quest’ottica il mese di novembre dirà tanto. Dopo aver affrontato la Fiorentina infatti, gli azzurri giocheranno con Chievo, Palermo, Genoa, Udinese e Verona, prima del big match con l’Inter. Cinque partite contro squadre di medio-bassa caratura in cui la squadra di Sarri dovrà dimostrare di essere guarita da quel male oscuro che le ha impedito di vincere in passato. Altra incognita: la condizione fisica. In questo momento il Napoli è quasi al top, i giocatori arrivano sempre primi sul pallone, corrono tanto e bene. E’ impensabile che questa tenuta possa durare per tutta la stagione: come reagirà la squadra quando ci sarà da tener botta? Risolte queste due incognite, allora sì che la parola “bestemmia” non sarà più adatta per un certo tipo di discorso.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

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