Dal 23 agosto alla notte di San Siro: quando la maturità e la consapevolezza fanno la differenza

La serata di Reggio Emilia sembra ormai un ricordo sbiadito. Eppure sono passati soltanto 43 giorni da quel caldo 23 agosto in cui gli azzurri vennero sconfitti dal Sassuolo, a causa di una prestazione non brillante e soprattutto di una retroguardia che appariva ancora vulnerabile, molle, distratta. Colpa di una forma fisica non ottimale certo, ma anche di movimenti non assimilati completamente. I problemi, poi, continueranno ancora per quella che passerà alla storia come la peggior partenza in Serie A nell’era De Laurentiis.

REVOLUTION – Un mese e mezzo dopo il Napoli è un’altra squadra. Il mago Sarri, armato di bacchetta, ha presentato dinanzi al grande pubblico uno spettacolo del tutto diverso. Una rivoluzione silenziosa, quella del tecnico toscano, un mister di campo, come lui ama definirsi. Un mister, che arriva dritto al cuore e alla mente dei giocatori, stabilendo un legame forte, un rapporto quasi empatico con i suoi uomini.

MATURITÀ – Dopo la prima sosta, cinque vittorie e due pareggi, venti reti fatte e tre subite, in sette partite, tra campionato e coppa. Ma oltre ai risultati eclatanti, c’è la sensazione di avere di fronte una squadra finalmente matura. Tatticamente e mentalmente. E se prima le rimonte subite erano all’ordine del giorno – Sampdoria docet – ora gli azzurri sono assoluti padroni di se stessi, riuscendo ad amministrare il vantaggio nel migliore dei modi. E’ accaduto con la Juventus segnando al 26′ del primo tempo e con il Legia, trovando la rete nella ripresa, ma senza alcun problema nello gestire la gara; travolgendo poi addirittura la Lazio e il Milan senza troppe difficoltà. Il Napoli vince, convince, domina, e non dà mai l’impressione di subire l’avversario. Dal match con il Brugge in poi, gli azzurri non sono passati mai in svantaggio e non sono mai stati raggiunti, nemmeno per un istante. Segno di un cambiamento repentino e di una consapevolezza che fino a qualche mese fa mancava.

 MAGNIFICA ARMONIA –  La fase difensiva è l’emblema di questa trasformazione.“Di solito le mie squadre hanno sempre la peggior difesa nelle prime giornate, poi a fine stagione siamo tra i migliori…”, spiegò, con estrema sicurezza, Sarri ad inizio campionato tra lo scetticismo generale.  Forse nemmeno il tecnico di Figline Valdarno si aspettava una risposta così improvvisa. Dopo le difficoltà nelle tre giornate iniziali, il Napoli ha cambiato volto. Una rete subita contro la Juventus campione d’Italia e nulla più.  Solo Chievo (5) ed Inter (6) hanno fatto meglio dall’inizio della stagione. La coppia Koulibaly-Albiol, ieri, con il Milan è stata ancora una volta invalicabile. Il difensore franco-senegalese è in forte crescita, così come i due terzini, bravi a spingere ed attenti dietro. Anche Ghoulam, apprezzato da molti per corsa e buona tecnica, ma con qualche indecisione in marcatura, sembra aver tratto giovamento dalle nuove indicazioni, riuscendo a trovare partita dopo partita più sicurezza in fase di copertura. La linea è coordinata nei movimenti e concede pochissimo all’avversario. Questione non solo di singoli, ma di un modulo che dà maggiore equilibrio, con Insigne e Callejon che ripiegano sino alla propria area di rigore, e di una formazione corta, compatta. Ognuno sa cosa deve fare e, soprattutto, sa come farlo insieme al resto della squadra. Che magnifica armonia.

Andrea Gagliotti (Twitter: @AndreaGagliotti)

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