“Cosa sarebbe successo se…”. Sarri contro Mihajlovic, destini incrociati all’alba di un’estate all’insegna delle rivoluzioni

“Cosa sarebbe successo se…”. Destini incrociati che si affrontano in novanta minuti di ampissimo respiro, nel contesto ideale, San Sirola Scala del calcio, per una sfida da sempre pregna di significato. Milan-Napoli è anche Sarri contro Mihajlovic, Maurizio contro Sinisa, percorsi paralleli dopo un’annata, la scorsa, di tutto rispetto, pronti a spiccare il volo verso piazze di prestigio.

Indecisione. Un feeling mai nascosto, a pelle, quello tra il tecnico serbo ed il patron Aurelio De Laurentiis. Una scelta ponderata, puntando sul piglio da sergente di ferro dell’ex allenatore della Sampdoria. Scelta forte, puntando sul carattere, dopo una stagione bipolare, fin troppo ricca di alti e bassi figli di uno spogliatoio per nulla granitico, poco impermeabile a contingenze e fattori esterni che in una logorante stagione rappresentano, sempre, una certezza. Poi l’intoppo“Ho incontrato due volte Mihajlovic, mi è sembrato un uomo molto legato ai suoi moduli ed ai suoi giocatori ed io mi sono preso una pausa di riflessione, per comprendere se fosse l’uomo gusto. E lui invece non ha perso tempo…”. Chi ha tempo non aspetti tempo, dunque, e la mancata attesa al cospetto degli incerti segnali del patron azzurro era racchiusa nella chiamata, quella si decisa, proveniente dal Milan.

Le faremo sapere. Un deja-vu in piena regola in casa rossonera. Sarri, maniacale studioso del calcio in salsa tosco-partenopea emerso da una profonda gavetta, tra i dubbi dei più, conquistando la Serie A. Tanti punti in comune con il Profeta di Fusignano, il ricordo indelebile di un’epoca d’oro ormai lontana. Un paragone con Arrigo Sacchi che ha stuzzicato non poco la fantasia della dirigenza rossonera. Numerosi i contatti accertati con Adriano Galliani, primo sponsor del tecnico ex Empoli e un sussurro a riferire che a fare da sfondo al deciso dietrofont su volontà di Silvio Berlusconi si potessero scorgere alcuni particolari extra calcistici.

Entusiasmo e scetticismo. Destini incrociati, dicevamo, con Mihajlovic alle porte di Milanello e Sarri pronto al ritorno a casa, nella nativa Napoli che, ferme le forti radici toscane, ha sempre portato nel cuore. Un’estate vissuta agli antipodi, con l’entusiasmo ad accogliere l’allenatore approdato dalla Samp salvo, in corso d’opera, lasciare spazio a qualche dilemma dopo una partenza a singhiozzo dal punto di vista del gioco e degli equilibri difensivi. Diverso l’approccio all’azzurro per Sarri, accolto dallo scetticismo figlio di una piazza ancora ammaliata dal fascino internazionale del suo predecessore. Dubbi acuiti dai primi risultati negativi ma spazzati via sulla scia di un gioco avvolgente, compatto e allo stesso tempo fluido, in grado di esaltare al meglio tutti gli interpreti a disposizione. Molto più di una semplice risalita, uno score che porterà il Napoli a San Siro con un filotto di sette risultati utili, con ben 14 goal fatti al netto di una sola marcatura subita in cinque partite.

“Cosa sarebbe successo se…”. La storia, per definizione, osteggia i condizionali, ma il big match di domani porterà in dote nuovi, ulteriori, responsi.

Edoardo Brancaccio

 

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