Bruno Giordano scrive a Maradona: “Io l’italiano più forte ma tu sei il Calcio. E quei ricordi stupendi a Napoli…”

Un botta e risposta splendido, d’altri tempi, che riconcilia con il vero calcio, quello di tre decenni fa. Diego Armando Maradona chiama e Bruno Giordano risponde. I complimenti non mancano: dopo il grandissimo attestato di stima in diretta tv del Pibe de Oro all’ex compagno di squadra ai tempi del Napoli, è Giordano che risponde sulle colonne del Corriere dello Sport con una splendida lettera. Ecco quanto raccolto da SpazioNapoli.

“Diego, carissimo Diego. Amico mio grande. So che mi vuoi bene: lo so da trent’anni. E anche stavolta hai voluto dimostrarmelo con una dedica speciale. Lo avevi già dichiarato sul tuo libro, hai voluto ridirlo. Rendendomi orgoglioso. Io l’italiano più forte con cui hai giocato, io il più sudamericano? Che devo dirti Diego, un’altra volta grazie. Un’altra volta perché nel 1983, quando mi feci male seriamente e tu eri già Maradona, a Barcellona, il tuo telegramma fu un segno di affetto indimenticabile. Ci eravamo visti nel 1979 in nazionale, calcisticamente hai sempre avuto un debole per me. E se qualche anno dopo te ne avessi dato man forte alla strategia di Italo Allodi, “lavorando” perché potessimo giocare insieme, chissà se sarei mai venuto a Napoli. E proprio da questo nasce il mio grazie più grande per aver potuto giocare con il più forte di sempre. Più di Pelè, più di Messi. Perché tu, Diego, avevi da solo la forza di cambiare e di farla vincere. Pelé e Messi hanno infilato il loro estero dentro squadre stellari. Io sarò l’italiano più con cui hai giocato, Diego. Ma tu sei il Calcio. Difficile, i primi tempi, capirti sul campo, per quanto il tuo talento viaggiava più veloce. Ma una volta intercettata la tua velocità di pensiero sul gesto tecnico, seguirti diventava facilissimo e straordinario. Non ci siamo separati mai, pur stando lontano, vivendo, noi e i nostri cari, come due famiglie vicine. Ho sofferto nel vederti star male e nel sentire la cattiverie della gente. E tu hai spesso ripetuto: “Non ho fatto del male a nessuno, se non a me ed alla mia famiglia”. Ora concedimi un finale…alla Bruno. Ripenso alle volte che ti ho mandato in porta, a goal costruiti insieme nell’anno dello scudetto, quello alla Roma all’Olimpico e quello al San Paolo al Milan. Insomma, se non mi citavi come il migliore ti picchiavo Diego. Scherzo… Ti voglio bene”.

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