I numeri parlano chiaro: ecco perché Sarri merita fiducia

Occhio, io comincio sempre male!“. C’è una frase di mister Maurizio Sarri che comincia a ronzare nelle orecchie di parecchi tifosi napoletani. Il pareggio di Empoli ha alimentato dubbi e incertezze in un popolo che attendeva i 3 punti per dare, finalmente, la svolta alla stagione.

I numeri, però, dicono tanto. E non tutto sembra perduto. Basta fare un confronto con l’anno scorso per capire chi siamo, e dove stiamo davvero andando.

Lo ricordate? Il Napoli cominciò a Genova, con una vittoria all’ultimo respiro firmata De Guzman. Era la domenica dopo la disfatta di Bilbao, era la prima di campionato, e c’era da rilanciarsi dopo una delusione enorme.

Poi, però, nelle 3 giornate successive accadde il contrario. Il Napoli infatti perse in casa col solito Chievo, poi ancora un tonfo, ancora più fragoroso, a Udine. Il riscatto nella partita successiva? Macché. Col Palermo, in casa, finisce 3-3. Solo a Sassuolo la rete di Callejon ci riportò alla vittoria, alla 5° di campionato.

I numeri, insomma, dicono che non è proprio, questa, una stagione da buttare. L’anno scorso, di questi tempi – dopo 4 giornate – avevamo nel fortino soli 4 punti dopo le partite con Geona, Chievo, Udinese e Palermo.

“Occhio, non sono uno che parte bene”, ha detto Sarri. Si è visto. E si è visto che con l’Empoli, ad esempio, collezionò l’ultimo posto in classifica dopo 9 giornate di campionato. Era il 2012, e dopo 9 giornate storte cominciò la cavalcata dei ragazzi toscani fino al 4 posto finale con relativa finale play-off.

Insomma, se i numeri dicono la verità (e i numeri dicono sempre la verità) non c’è ancora da strapparsi i capelli per un Napoli che è ancora un cantiere e per una vittoria che stenta ad arrivare.

Era il 10′ del secondo tempo quando, all’improvviso, è nata un’azione magistrale che solo per un soffio non ha portato il tiro di Higuain in fondo al sacco. Ecco, forse era quello il vero Napoli, fatto di azioni di prima, inserimenti, sponde e verticalizzazioni improvvise.

A questo punto, in fondo, c’è solo da dare una mano al mister. Perché la cavalcata di Empoli non è solo un caso. E contestare dopo 3 giornate, guardando al campionato dell’anno scorso, non ha senso. Bentrovata fiducia.

Raffaele Nappi

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